La classifica dei singoli più venduti in Italia non è più quella solida e strutturata del campione dei negozi di dischi e nemmeno quella di Sorrisi & Canzoni TV dei tempi migliori; è una chart del digitale che mette insieme secondo un algoritmo gestito da FIMI il download (brani a pagamento) con lo streaming (ascolto dalle piattaforme). La Top 100 Singoli Digitali è quindi un mix discutibile in termini metodologici e di comprensione della scelta degli individui che le Radio giustamente osservano ma con un fattore di monitoraggio sempre più basso di quello di soli 30, 20 e 10 anni fa. Ci pensa Coez, l’artista con il singolo “La musica non c’è” che è al numero 1 dei Singoli Digitali ad accendere l’attenzione sulla chart: “Nonostante abbia fatto tre dischi Radio friendly mi passano poco. Un veto che non capisco”. Molto Streaming + Pensiero di essere Radio Friendly = Airplay?!?

Ehm… Coez nel Paese delle Meraviglie. Non funziona così.

Il singolo è da 15 settimane nella classifica Top 100 Singoli Digitali ma solo da 4 settimane è in Radio perché la sua casa discografica ha settato la Air-Date soltanto per il 22 settembre. Nella classifica generale di airplay curata da EarOne e alla sua 4^ settimana On-Air “La Musica che non c’è” è al 23° posto e in trend positivo.

Non mi risulta come è evidente dall’estratto di EarOne qui riportato. che sussista un veto. RTL 102.5 che offre 5 passaggi al giorno oltre a quelli di Radio Deejay, Radio 105, RAI Radio 2 e Radio Kiss Kiss, giusto per menzionare le Radio Nazionali attive su “La musica non c’è”, rappresenta un sogno per qualunque artista più che un veto. Forse si dovrebbe staccare tutto per farlo capire e sentire a Coez: il silenzio Radio. E dire che nel cammino di airplay il brano è ancora nella fase iniziale…      Probabilmente l’Artista non sa. Ma dovrebbe essere ben informato. Probabilmente l’Artista pensa che sussista un automatismo tra vendite, streaming e airplay Radiofonico. Ma non è affatto scontato. Probabilmente l’Artista di fronte a un giornalista non riesce a tenere il cervello acceso su domande sempre più sinuose che stimolanti. Ma dovrebbe evitare i vittimismi e i sensi di persecuzione che ne deteriorano profondamente l’immagine. O magari, più generalmente e tra i vari fattori, l’Artista non immagina che dopo la pubblicazione di audio o di video della sua opera sulle piattaforme digitali sia la sua casa discografica a decidere l’Air Date, il giorno di partenza in cui il brano può suonare in Radio. E attribuisce spontaneamente un silenzio che non c’è, come la sua musica, alle Radio e non alla sua casa discografica.

Il problema qual è? Coez?!? No, le idiozie di un Artista non mi interessano, ne sento a migliaia a settimana, ma la reputazione del mezzo sì, quella mi interessa eccome. Qui sembra che le Radio non lancino nuova musica quando la museruola (mai definizione fu più centrata) è imposta dal padrone Discografia; che per quanto mi riguarda, sia chiaro, è invece solo ed esclusivamente un mero fornitore della Radio.

Ho una dedica, una “long distance dedication” come direbbe Casey Kasem: “Dalla ricerca di Integr8 su dove si ascolti prima la nuova musica a voi discografici e a voi hater della Radio con immenso affetto…”. E si tratta di mercato, quello USA, certamente più evoluto digitalmente del nostro. Auguri.

Di cosa parliamo?!? La reputazione della Radio è super-solida anche nella promozione di musica nuova ma, questo è il punto, è opportuno non farla deteriorare. E l’Air-Date è il peggior attacco al riguardo, quello che in prospettiva può far crescere le piattaforme digitali nella reputazione del lancio di musica nuova.

Il gioco della Discografia è chiaro. Primo. Sincronizzare in contemporanea le piattaforme digitali e i media elettronici come la Radio quando il brano da lanciare è di artista affermato, operazione facilissima. Secondo. Gestire artisti emergenti e nuovi con l’uso dei laboratori digitali per poi arrivare a premere sull’Airplay secondo i propri desiderata e soprattutto secondo i timing desiderati atti a ridurre reputazione e dipendenza dalle stazioni Radio. No No. No, grazie.

Non amplifico qui gli scandali giganteschi che sono nati e soprattutto riportati dalla stampa internazionale attorno a Spotify, al count dei passaggi e alle influenze fuorvianti della stessa piattaforma; oppongo solo che la Radio offre certezza scientifica di quello che trasmette, rilevato e rilevabile da mille strumenti diversi, compresi e non ultimi i dati di ascolto ufficiali. In altre parole la Radio non ha proprio bisogno di imbellettare nulla e nemmeno di truffare o far passare per suonati solo scampoli di pochi secondi di brani musicali, giusto per citare un esempio.

Tutti i diritti devono essere onorati e pagati. Però l’Air-Date deve essere abbattuto, quanto prima. Ne vale dell’immagine musicale del mezzo. Come fare? Cominciamo a discuterne, cominciamo a parlarne tra Radiofonici, a capire se ci va proprio bene questo meccanismo al ribasso e alla rinuncia. La Discografia ci sta affievolendo semplicemente perché ci offre i file gratis e certificati quando vuole lei? Risolviamo in modo diverso e strutturalmente. Ci sono implicazioni legali con SCF? Affrontiamole insieme.

E poi affrontiamo la Discografia in tavoli di confronto sereni ma decisi, in dibattiti, possibilmente prima che essa si inventi con il Potere il prossimo balzello unilaterale.

 

Autore dell'Articolo

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *