
Le Grandi Città sono quelle che superano i 250.000 abitanti. Vi sono ben 12 città in Italia che superano tale livello e sono: Roma (2.864.731), Milano (1.345.851), Napoli (974.074), Torino (890.529), Palermo (674.435), Genova (586.655), Bologna (386.633), Firenze (382.808), Bari (326.344), Catania (314.555), Venezia (263.352) e Verona (258.765). La somma degli abitanti di queste 12 città rappresenta l’avamposto metropolitano, l’aggregato cittadino. E scatta conseguentemente anche la domanda: quali sono le stazioni Radio più ascoltate nelle 12 più grandi città considerate insieme? La popolazione complessiva considerata delle 12 città è di 9.268.732 abitanti su un totale italiano di 60.665.551 individui; possiamo affermare che stiamo stringendo il focus sul 15% circa della popolazione, quella più metropolitana.
Chiariamo ancora meglio; stiamo valutando l’insieme delle grandi città, l’insieme delle 12 città italiane che superano i 250.000 abitanti, quindi non le stiamo almeno al momento soppesando singolarmente ma bensì complessivamente.
Tutto ciò può aiutarci a capire il livello di “Urbanità” o di “Affinità alla Grande Città” che alberga nelle stazioni Radio, certamente in particolare di quelle Nazionali ma anche di 2 sorprese…
Ovviamente, ripeto, ovviamente l’analisi è svolta utilizzando i quarti d’ora (ascolto, non affatto ascoltatori giornalieri o settimanali) da Radio Monitor 2016 e in particolare utilizzando come dato la share AQH (Average Quarter Hour) sulle 24 ore.
I dati riportati sono due: in blue si vede e si legge il dato nazionale complessivo mentre in colore arancione si espone il dato, sempre di AQH Share (quindi una percentuale), per le sole 12 città più popolate nella loro aggregazione, nella loro somma, Ovviamente sono assai interessanti i confronti tra le 2 variabili.
Nella comparazione tra dato nazionale e dato metropolitano è RAI Radio 2 che spicca il volo e che merita una segnalazione adeguata, la prima al riguardo, per la miglior crescita in valore assoluto. Dal 4,02% del dato nazionale la seconda stazione di Radio RAI passa al 5,76% di quello delle 12 città italiane più popolate. Se si consideri che RTL 102.5 è al 6,53% di questa classifica, quello che sul dato nazionale è un abisso di differenza con RAI Radio 2, qui è solo un distacco, apparentemente colmabile.
Nelle 12 grandi città viaggiano meglio che sul dato nazionale anche le altre 2 emittenti della RAI, Radio 1 e Radio 3. La sensazione è che una parte della debacle di Radio RAI in tutti questi decenni dipenda anche dalla copertura FM non sufficientemente protetta e valorizzata nelle aree provinciali e della grande viabilità; con i dati cittadini questa tesi può prendere nuovamente corpo.
Un altro dato che fa riflettere è la share più bassa dei leader Top 5 della Radiofonia nazionale nella classifica metropolitana e che attraversa, con severità differenti, sia le Personality Radio, ovvero Radio 105 e Radio Deejay, che le Radio di Flusso, ovvero RTL 102.5, RDS e Radio Italia.
Uno dei prodotti della compressione della Top 5 nelle 12 città è che nel complesso non c’è nessuna stazione a 2 cifre di AQH Share. Appare tutto più contendibile.
Le sorprese sono 2 e sono rappresentate da 2 Radio locali che si sono inserite in questa classifica e che sono davanti a Radio nazionali probabilmente presenti in tutte le 12 città; ci riferiamo a Radio Subasio e a Radio Globo.
E se nel caso di Radio Subasio siamo abituati a vederla nei quarti d’ora davanti a blasonatissime Radio nazionali sorprende certamente notare come Radio Globo, seconda e unica altra Radio locale nella Top 15, abbia più ascolti nella sola Roma di quanti ne abbia M2O che può contare una copertura di segnale anche nelle altre 11 città, con un triplo abbondante del potenziale di popolazione. Il contenuto e il formato contano, eccome!
Claudio è evidente che, come già hai evidenziato per Radio RAI, anche per tutte le radio nazionali (tranne ovviamente la più ascoltata) la sensazione è che, una parte della loro debacle, dipenda dalla copertura FM non sufficiente nelle aree provinciali e della grande viabilità.
Questi dati “cittadini” lo attestano indiscutibilmente e se, nonostante la crisi che ha ridotto il valore delle frequenze ad 1/4 di qualche anno fà, la maggior parte dei broadcasters nazionali NON investono (da anni) sulla copertura, non si lamentino per la non crescita degli ascolti che, quando (e se) si arriverà ad una indagine con i “meter”, saranno ancora più bassi per la non incidenza della “notorietà dei loro brand.