Offuscato in una certa parte degli ascolti dallo spegnimento totale delle Onde Medie, il nuovo corso di RAI RADIO 1 è partito dallo scorso settembre ed è ben presente. Una marcia in più nell'Informazione alla #Radio. Ne parlo con il direttore Andrea Vianello.

RAI RADIO 1 sta vivendo uno smantellamento distributivo che è inversamente proporzionale al suo sviluppo editoriale e di servizio. Si parte da molto lontano. Le responsabilità originano nella RAI del 2004. Le trasmissioni in onde lunghe di RAI RADIO 1 e in onde medie di RAI RADIO 2 e di RAI RADIO 3 vengono dismesse. Ragioni di economicità non comprensibili se si tiene conto, come dovrebbe valere per la concessionaria pubblica, della somma dei consumi elettrici degli impianti di trasmissione e degli utenti. Le radioline in onde medie hanno assorbimenti irrisori.

Senza alcun investimento almeno di bilanciamento in FM e chiudendo gli occhi al gran boom anche commerciale delle onde medie nei Paesi avanzati, RAI RADIO 2 e RAI RADIO 3 dal 2004 hanno pagato un prezzo nella distribuzione ma anche e conseguentemente negli ascolti. Solo la super-performance di “W Radio 2” con Fiorello e Marco Baldini negli anni seguenti, con una esplosione di ascolto assolutamente storica, ha in qualche modo invertito, ma soltanto per la vita del programma, una curva depressiva più che evidente. Ripeto. Senza investimenti in FM.

Un altro duro colpo è toccato l’11 settembre del 2022 a RAI RADIO 1. E’ l’11 settembre di RAI RADIO 1. Gli ultimi 12 impianti in onde medie sono stati spenti. Non è un caso che la share di ascolto, stesso film del 2004, sia scesa dal 4,58% al 3,96%. E la responsabilità non è di un calo di interesse per i programmi che si occupano di sport. Ma del fatto che un certo target, anche “molto adulto” ma comunque di cittadini, senza radio in onde medie non segue più lo sport. Purtroppo anche in questo caso non si avvertono compensazioni. No investimenti FM e DAB.

La politica di smantellamenti e di tagli della essenziale funzione Broadcast continua, anche nel DAB. La distribuzione di RAI RADIO è oggi di metà degli impianti della concorrenza nazionale, quella dei consorzi DAB ITALIA e EURODAB. Il super attivismo digitale nel mondo IP, prodotto anche con eccellenze funzionali come quella di RAIPLAY SOUND, purtroppo non compenserà mai il fatto che la rete FM sia di fatto ferma a quella di 50 anni fa. E senza considerare tutte le vaste ottimizzazioni dei concorrenti. La chiusura della AM è la rinuncia a un servizio pubblico.

Andrea Vianello, il direttore di RAI RADIO 1

Mentre la Radio in RAI è palesemente discriminata negli investimenti Broadcast rispetto alla TV in modo inspiegabile e inconcepibile, i direttori dei canali operano cercando di ottimizzare tutti i palinsesti. Anche in questo caso senza significative possibilità di adeguamento rispetto a tutto ciò che accade nel mondo commerciale. Uno dei “direttori-eroi” con l’elmetto in testa è Andrea Vianello. Ho il piacere di conoscerlo da vicino grazie al mio mandato di consulente di direzione per RAI RADIO 1. E qui riporto con il suo assenso una breve conversazione. Su RAI RADIO 1.

CA – Direttore, i più ti conoscono per il tuo impegno TV, sia in video che nelle direzioni. Forse non tutti sanno del tuo grande impegno e della tua passione per la Radio…

AV – “Il mio percorso in RAI comincia, fatto a cui tengo molto, con la vincita del primo concorso pubblico per giornalisti praticanti. Era il 1990. Nella vita di redazione del GR1 negli anni ’90 ho potuto formarmi e confrontarmi con personalità immense del giornalismo. Sono stato peraltro premiato con l’Oscar del Giornalismo nel 1993 e con il Premio Saint Vincent per il giornalismo nel 1997. Poi ho conseguito la conduzione Radiofonica di “Radio Anch’Io” per qualche anno a partire dal 1999. Programma importantissimo, oltre che una esperienza Radiofonica unica“.

CA – Quindi alla tua nomina a Direttore di RAI RADIO 1 del 18 novembre del 2021 sei di fatto tornato al tuo primo amore, con tanta esperienza giornalistica e mediatica in più…

AV – “Sì, è così. La Radio è un mezzo straordinario. Immediato come nessun altro e capace con la sola parola di approfondire e confrontare. Offre voce a tutti ed è ascoltato da tutti. La Radio è un mezzo con un potenziale ancora notevole, specie nel mondo di quella parlata e di informazione”.

Le novità editoriali di RAI RADIO 1

CA – La prima e nuova impressione all’ascolto della stazione arriva dall’inedito slogan e da nuove sonorità…

AV – “Sì. Ho il massimo rispetto per i miei colleghi predecessori che mi hanno consegnato il valido slogan “La Tua Informazione, Sempre”. Ho voluto solo spingere RAI RADIO 1 un po’ oltre, più in là adeguandone lo slogan. Quello nuovo è “Sapere subito, capire meglio. L’idea è che la Radio resta una primaria e immediata fonte d’informazione, RAI RADIO 1 su tutte certamente per ascolto ma anche per immediatezza e servizio, ma si esplicita una funzione in più. Quella di promotore di un approfondimento continuo ed anche equilibrato che permetta alle persone di comprendere i fatti.

Lo scopo è di permettere agli ascoltatori di formarsi una propria idea delle notizie. Il compito del canale è quello di far sì che le opinioni di chi ascolta possano giovare il più possibile da elementi della realtà. L’approfondimento si realizza solo in parte nei GR e si esplicita massimamente nella offerta di programmi Talk, sia nuovi che storici in evoluzione. Data una funzione più dinamica e moderna ho pensato di adeguare anche il contesto sonoro alla nuova portata del messaggio del canale. RAI RADIO 1 ha ora sonorizzazioni nuove e innovative sia per i GR che per i programmi”.

CA – A proposito di programmi, ci sono delle novità…

AV: “La sfida del servizio di informazione nasce prima dell’alba. I dati mostrano come dalle 5:00 vi sia già un ascolto interessante. Conseguentemente grazie a due colleghi giornalisti e allo staff apriamo con la rassegna stampa già a quell’ora. Si tratta di ‘Prima dell’Alba’ con Pablo Rojas ed Enrica Belli che giungono fino alle 6:30. Novità significative e di primissimo mattino anche per la eccellenza di RAI RADIO 1 nell’approfondimento. Giorgio Zanchini conduce ‘Radio Anch’io’ per 3 mezzore: 6:30, 7:30, 8:30 in ore che vedono i primi 30 minuti caratterizzati da GR1 e GR1 Sport.

Le novità strutturali hanno riguardato anche i programmi di RAI RADIO 1 tra le 9:00 e le 12:00. Si parte con ‘Forrest’ con Luca Bottura e Marianna Aprile, e poi alle 10:00 si prosegue con ‘Il Mondo Nuovo’ con Vanessa Giovagnoli, con 5 conduttori, uno per ogni giornata. Infine alle 11:00 c’è ‘Che Giorno E’ con altri 2 conduttori: Francesca Romana Ceci e Massimo Giraldi. Quindi nelle 3 ore del secondo mattino c’è una varietà di generi. La sagacia e originalità, poi l’approfondimento di tutta l’attualità con gli esperti e infine la cronaca dal territorio di servizio pubblico. Poi c’è anche altro.

Un nuovo contenitore del pomeriggio chiamato ‘Menabò’ segue in modo disincantato i fatti della giornata tra le 15:30 e le 18:00. Senza dimenticare le eccellenze di RAI RADIO 1 che vive in spazi che hanno ormai una grande tradizione di fruizione da parte del pubblico come ‘Un Giorno da Pecora”, con Geppi Cucciari e Giorgio Lauro, ‘Italia Sotto Inchiesta’ con Emanuela Falcetti e ‘Zapping’ con Giancarlo Loquenzi.

Ci sono inoltre programmi speciali, un fine settimana ricco garantito anche dallo scatto di offerta di Sport che è competitiva nel servire in diretta sia radiocronache di grandi eventi, a partire dal calcio, che spazi di preparazione e di commento”.

Una riflessione

Le esperienze che mi hanno portato a occuparmi di informazione, da RTL 102.5 a RADIO 24 e da stazioni nazionali a locali, hanno sempre risentito da quanto ho appreso nel mondo News/Talk di Radio statunitensi. La missione codificata e spiegata di quel formato è chiara: “Make People Know Better”. Un’informazione che si preoccupa delle persone e della loro comprensione, che non sia di influenza ma di servizio sui contenuti e gli approfondimenti. Non so cosa riserva il futuro per RAI RADIO 1, vista la mutevolezza aziendale, ma c’è da augurarsi che questa missione rimanga fissa.

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