Il lavoro al microfono, che poi è un po' vocazione e arte e un po' preparazione e tecnica, è riconosciuto in Radio con almeno 2 qualifiche diverse che sono le più ricorrenti. Solo una di queste tuttavia presenta i professionisti nel modo più consono. Quale?

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Questo dubbio è amletico. Ricorre spesso e da molto tempo. E non fa mai chiarezza. Altrimenti che dubbio amletico sarebbe? Sia chiaro, lo vedo attraversare i più ma non me. Magari ne ho altri, ma questo proprio no. Chi sono quei talenti che davanti al microfono della propria stazione intrattengono e servono il pubblico degli ascoltatori? E in particolare come devono essere definiti e qualificati? E’ più corretto indicarli come conduttori oppure speaker?

E’ una differenza di lana caprina, tanto sono “quella roba lì”. Dipende, “se sono assunti oppure no”. No faciloneria, please. Cerchiamo anche di evitare vie di fuga nella discussione con lo statunitense “Air Talent” perché quella denominazione qui non passa. Qualificare correttamente una funzione professionale è rilevante per chi la svolge, per chi la coordina e anche per chi la riceve. Non poco. E’ in gioco la visione stessa e con molta probabilità la missione del lavoro in Radio.

La qualifica di Speaker

Annunciatore e lettore. Queste sono le due definizioni da vocabolario. Tutto rispettabile. Ci sono speaker che operano nella direzione professionale del doppiaggio, un’arte assai complessa che richiede eccellenza. Cominciano come speaker ma poi quelli che arrivano con impegno nel cerchio ristretto degli eletti optano per la qualifica di doppiatori. E anche a noi così è più chiaro cosa facciano. Altri speaker operano in pubblicità. E preferiscono essere delle voci.

Insomma, quella dello speaker sembra una parola un po’ generalista. Serve a far capire che si lavora con la voce. Ma poi si tende ad approdare a sponde più definite. E in Radio? La parola è usata molto più sui siti Web delle emittenti Radiofoniche che nella pratica, sia al microfono che nel dietro le quinte. Forse è per minimizzare e per lasciare chi opera al microfono con un senso di importanza modesto e non da eletto del mezzo? Volare basso, è proprio questo il mantra?

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L’uso dei termini sui siti delle Radio

Per descrivere chi è al microfono la parola speaker è usata sui siti Web di molte e importanti Radio in Italia. Ben 2 emittenti della top 5 come RTL 102.5 e RADIO ITALIA. Sorprende almeno me dalla Radio ex del tricolore l’uso di una parola sì sdoganata ma non frutto nazionale al 100%. Mah. Tra le Radio nazionali anche RADIO MONTECARLO e RADIO KISSKISS che addirittura propone il plurale speakers. Tra le locali c’è anche RADIO COMPANY.

C’è poi qualche stazione legata agli inizi della Radio che usa ancora il termine DJ. Si tratta di RADIO 105, che con evidenza non teme più di usare parole di Cecchettiana origine, e VIRGIN RADIO. RADIO FRECCIA estende la parola nel più esplicito Disc Jockey. Qualche originalità tra le Radio locali. RADIO BRUNO usa Voci, RADIO BIRIKINA utilizza Staff mentre RADIO GLOBO preferisce AirStaff. E poi? E poi ci sono le Radio che usano il termine migliore.

La parola Conduttore è in uso sui siti Web di RDS, di tutte le emittenti del gruppo GEDI (RADIO DEEJAY, RADIO CAPITAL, M2O) alcune del gruppo RADIO MEDIASET (R 101 e RADIO SUBASIO). Tra le Radio locali anche RADIO NORBA e DISCORADIO fanno parte di questo club. Oggettivamente sembra il raggruppamento più cospicuo quello che coglie che chi opera davanti al microfono non è un semplice speaker ma qualcuno con requisiti aggiuntivi.

La qualifica di Conduttore

Se è vero, come è vero, che la Radio è un essere vivente e un cuore pulsante che comunica con gli ascoltatori in tempo reale, allora chi conduce svolge qualcosa di speciale. Il conduttore opera continuamente sull’asse del tempo per rappresentare lo spirito della propria stazione, nel caso anche del proprio programma, nell’impegno di servizio di intrattenimento e/o di informazione presso il pubblico. Garante della missione “make people feel (know) better“.

Pertanto conduce nel senso che guida ed è questa l’impressione che egli deve trasferire e che deve essere percepita dal pubblico. Sia che lavori in emittenti di flusso che a programmi. E questa attività, a differenza dello speaker, richiede il pieno coinvolgimento della sua personalità. Essere conduttori Radio vuol dire stupire, far correre i fatti che si narrano nella fantasia di chi ascolta.

C’è anche un altro valore che non scende mai di centralità e che i conduttori devono custodire ma anche onorare tutti i giorni ed è quello della preparazione. Yes, Show-Prep! Il conduttore sfata, rispetto al DJ, al Disc-Jockey o allo Speaker, il fatto che solo l’improvvisazione o la lettura vincano. Non ho mai visto un grande della Radio che non si prepari e che sia anche assistito in tal senso. E quindi, rispetto alle altre terminologie, con Conduttore si comunica con chiarezza che la personalità e l’anima sono vincenti in Radio. Un buon esempio? E’ nella foto…

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1 thought on “ESSERE o NON ESSERE: CONDUTTORE o SPEAKER?

  1. Quale forte appassionato di Radio, fin da piccolo, non posso dire altro se non che l’Articolo è bello e molto interessante. Grazie.

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