Si è svolto il secondo convegno online denominato "La transizione verso la RadioVisione" a cura del Censis (e di RTL 102.5). Una visione unica e molto forzata sul futuro della Radio con alcuni spunti di interesse... Ecco il punto.

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Diffuso online il secondo episodio di “Io sono la Radiovisione”, la docu-serie girata a Cologno Monzese e con protagonista un editore molto noto. Del primo episodio trasmesso a marzo, raffica di numeri con parterre schieratissimo, ho segnalato qui un tema: la differenza saliente tra le evidenze del Censis e quelle di TER. Crea confusione non utile che ricerche di terzi si sovrappongano con differenze quantitative ai dati di quella ufficiale. Non torno su questo tema che si ripete solo perché ne sono annoiatissimo. E mi tengo le 120.000 interviste/anno di TER.

Sulla continuità dal primo episodio ho però da rilevare almeno una cosa. La proprietà e anche l’indirizzo della ricerca sono ancora più chiari, se mai ce ne fosse stato bisogno. Il conduttore che è il direttore generale del Censis ringrazia “gli amici di RTL 102.5”. E in effetti i presenti ne sono tutti collaboratori e partner. Tranne uno che sembra rappresentare la classica “foglia di fico”. Il Censis e RTL 102.5 comunicano una sola visione futura della Radio che è strumentale solo alla stazione leader ma con ciò sembrano lontani dal mezzo e della sua multi-lateralità.

“La transizione verso la Radiovisione”

Non ho bisogno di mostrare la patente di sostenitore attivo della “Visual Radio”, nome che preferisco di gran lunga a “Radiovisione” che trovo invece mutuato da RAI Radiotelevisione Italiana. Sono presenti numerosi articoli su questo blog di analisi del fenomeno compreso l’ultimo in cui riporto con piacere come la quota di ascolto AQH della Radio dal televisore sia salita dal 6,38% del 1° semestre del 2018 al 7,80% dello stesso semestre del 2021. Secondo TER. E come il leader RTL 102.5 abbia ridotto la sua quota TV negli ultimi 2 anni. Secondo TER.

Questa è la visione del CENSIS (e di RTL 102.5) de “La Radio, oggi”. Ho sempre studiato ma poi anche sentito e applicato che la forza della Radio fosse in alcuni valori ben rintracciabili dalla ricerca e dall’esperienza di tutti i giorni. Ho cominciato a raccoglierne i punti qualificanti qui. Live, Universale, Mobile, Gratuita, Selettiva, Libera. Ora ho scoperto che la vera forza del mezzo è negli “schermi diversi“. Anche quelli degli smartphone, dei PC e dei tablet sono schermi! La Radio è già oggi tutto uno schermo diverso e lo sarà via via sempre di più. Futuro ipnotico?

La Radio libera; magica perché accompagna le persone mentre svolgono le loro attività senza interromperle. Il boom dell’audio di questi tempi origina proprio da ciò. Le ricerche qualitative di altri istituti mostrano come chi segue la Visual Radio non la guarda continuamente; accentua l’attenzione e alza lo sguardo solo in alcuni e utili momenti. La differenza tra accesso e ascolto. Ben 26 milioni con la Radio su altri device? E’ solo il 27% dell’ascolto AQH, tv inclusa! Mai sovrastimare l’uso del tempo e sottostimare l’intelligenza di fruizione di chi ascolta la Radio.

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L’intelligenza di fruizione di chi ascolta la Radio

Abbandoniamo gli schermi diversi nella loro palese sovra-rappresentazione della Radio, anche un po’ romantica a leggerla positivamente. La ricerca del Censis risulta inclusiva e non più solo mono-mandataria, quindi più che autorevole, quando si occupa della reputazione del mezzo. Aspetti qualitativi ma di primario interesse. E che denotano sensibilità e intelligenza da chi ascolta. Peraltro è ben noto come il profilo di chi ascolta la Radio sia più alto di quello medio della popolazione italiana. E ne abbiamo dunque riprove anche qui, e con la firma del Censis.

La grandissima parte degli italiani si riconosce nella credibilità e nei contenuti del mezzo. Bene! Ciò avviene peraltro in un momento in cui l’offerta informativa della Radio può e deve ancora crescere, sia a livello nazionale che locale. C’è di più, ed userei la parola autenticità. La sua credibilità è frutto anche della apertura e interattività reale verso il pubblico che la attesta da sempre come primo e vero (oltre che libero) social network. E il pubblico non è incline, come da alcune piattaforme si vorrebbe, a confondere i servizi musicali in streaming con la Radio.

L’intervento di Massimo Giletti

Nella seconda puntata della docu-serie è stata inserita una partecipazione straordinaria. Per quanto mi riguarda lo è più per l’impatto dell’intervento che per il nome del personaggio. Massimo Giletti è anche un conduttore di RTL 102.5. Un’ora alla settimana, il venerdì dalle 8:00 alle 9:00. SPOTandWEB ha registrato il suo contributo che consiglio vivamente di ascoltare.

Ascolta “Massimo Giletti sulla radio e la radiovisione” su Spreaker.

Photo Credit: iStock.com/RussieseO

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1 thought on “Il CENSIS, RTL 102.5 e il SENSO UNICO verso la RADIO con il VIDEO

  1. Personalmente detesto la radiovisione, ricordo di quando i dialoghi tra conduttori ci lasciavano immaginare la gag (Arbore, Boncompagni)
    Sarei per una soluzione ibrida: video musicali ok, ma non mi va di vedere “la conduzione”, la radio è fatta per immaginare… e poi video killed the radio star, alcune radio (finto-giovanili) sembrano MTV con i VJ, insomma in alcuni casi se si doveva scimmiottare MTV allora era meglio la buona vecchia radio solo audio.

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