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Chi segue questo blog da anni è al corrente che la mia posizione a favore della introduzione della rilevazione elettronica per la misurazione degli ascolti del mezzo Radio è storica, ormai ventennale. Ed è dunque significativamente precedente anche all’avvio delle mie consulenze con la concessionaria pubblica Radiofonica, originate nel 2018. Tra i motivi di sintonia con il mio cliente RAI RADIO c’è anche questo, la visione di un futuro imminente di una ricerca TER che non mi misuri più solo il ricordo dell’ascolto ma sempre più quello reale, quello vero.
Sul tema di TER e della sua metodologia è doveroso segnalare un’intervista a Roberto Sergio, direttore generale di RAI RADIO, realizzata da Roberto Borghi per PRIMA COMUNICAZIONE. Nello stesso giorno in cui sono stati pubblicati i dati del 1° semestre di TER, con il fioccare più che stucchevole di comunicati stampa vani eppure trionfalistici di molti grandi editori, RAI RADIO ha lanciato con l’intervista di Roberto Sergio un messaggio di realismo e di futuro al contempo, in forte controtendenza. E ne riporto qui volentieri alcuni brani significativi.
Le considerazioni dell’UPA e di AGCOM
Primaonline – RAI RADIO, con il totale delle quattro radio iscritte, esce da questa tornata TER sostanzialmente stabile, con un complessivo di oltre 8 milioni di ascoltatori nel giorno medio. Come commenta questo risultato?
Roberto Sergio – Non commento. Su TER si è appena espresso il presidente UPA, Lorenzo Sassoli de Bianchi, con una considerazione del tutto condivisibile e che ripresa dal volumetto stampato, in occasione della relazione del 6 luglio, le riporto integralmente: “Peccato non riuscire ancora a misurare la radio in tutte le sue sfaccettature, come meriterebbe. Aspetteremo il maturare della sensibilità degli editori”.
Primaonline – Quella di Sassoli de Bianchi è una bacchettata al sistema che si aggiunge al monito del presidente AGCOM, Lasorella, che chiede maggiore senso di responsabilità agli editori.
Roberto Sergio – Ammonimento più che condivisibile e di forte stimolo a tutti noi consiglieri TER. D’altra parte è dal 2018 che chiedo l’ingresso di UPA e strumenti digitali per la misurazione dei dati. Oltretutto, negli ultimi tre l’intera compagine dei consiglieri RAI ha votato contro la metodologia confermata dal socio in assemblea. I dati di oggi fotografano la brand awareness, dei canali radiofonici. Se invece parliamo di numeri per avere indicazioni editoriali e per affinare l’offerta, allora Ter non è lo strumento giusto. Mi spiace che nel nostro mondo non ci sia la possibilità di avere dei dati puntuali se non addirittura quotidiani.
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Stimoli di approfondimento sulla misurazione elettronica
Elenco qui, per chi volesse saperne di più, alcuni articoli di questo blog che guardano alle esperienze internazionali sulla misurazione elettronica della Radio.
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