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Una campagna televisiva e non solo che fa e certamente farà molto discutere. Assai coraggiosa. Il potere di essere umani. E’ la celebrazione del senso del broadcast e del mezzo Radio? La visione di un servizio pubblico ad accesso libero, fatto da persone per altre persone? E’ la risposta di uno dei grandi player della Radio alle piattaforme degli algoritmi? Ai loro eccessi e ai loro attacchi al nostro mezzo? Ai dubbi sulla trasparenza dei loro numeri? A vostra scelta. Prima di vedere il soggetto più esteso della campagna leggiamone comunque insieme il testo.
Noi siamo RTL 102.5:
la radiovisione fatta di uomini e donne
in carne, ossa e voce.
E un cuore che ci rende vivi.
Non sottovalutare gli esseri umani
perché un computer può calcolare la musica
da farti ascoltare,
le news da farti vedere,
ma non riuscirà mai
a emozionarsi per una canzone,
stupirsi per una notizia,
condividere uno stato d’animo,
ascoltare cosa hai da dire,
per poi parlarti e arrivare al cuore.
Questo è il potere della nostra radiovisione.
Il potere di essere umani.
RTL 102.5. Very Normal People.
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Lorenzo Suraci e lo spazio pubblico
Conosco Lorenzo Suraci, il patron di RTL 102.5, dal 1988 e ho lavorato con lui e per lui per 5 lunghi anni. Nella notte dei tempi e agli albori della Radiofonia nazionale. Certamente non è privo di difetti, come gli umani tra noi. La sua capacità tuttavia di lanciarsi e occupare spazi pubblici non ha pari. Un esempio? Nel 1991 creammo il “Giornale Orario” al minuto zero di ogni ora, 24 ore su 24 in diretta. Un grandissimo servizio con una eccellente redazione che trasformò una format Radio in una emittente di flusso. Sottraendo tanto spazio a RAI RADIO.
In questo caso RTL 102.5 ha occupato uno spazio pubblico libero, non affatto presidiato da alcuno. I valori della Radio! E c’è qualcosa di delittuoso nella campagna. Non è certamente ascrivibile a Lorenzo Suraci e ai suoi che hanno lavorato molto bene e in base ai loro interessi. E’ il fatto che debba essere un singolo a comunicare dei punti di forza dell’intero mezzo che nessuna delle dormienti associazioni ha avuto il coraggio e l’ardire di predisporre in una campagna istituzionale in tutti questi anni e nell’interesse precipuo della Radiofonia tutta!
L’impatto emotivo della campagna di RTL 102.5
A me piace quello che ritengo essere un violentissimo attacco a Spotify, anche se mai citata. E mai abbastanza violento. Soprattutto in base alla arroganza della sua comunicazione, dei suoi algoritmi e dei suoi numeri reali e/o farlocchi. All’opposto di Spotify c’è la vita, come ho qui scritto proprio di recente. Fuori da Spotify ci sono le persone, le azioni umane, gli esseri umani. I sentimenti, lo stupore, gli stati d’animo, l’ascolto e la risposta. C’è il cuore. C’è la Radio! Non lo colgo solo io, vero? Solo per questo e per me è già una campagna più che meritoria. E grazie!
Tutti questi valori che ovviamente non sono solo di RTL 102.5 ma della grandissima parte della Radiofonia vengono trasferiti dall’abilità della campagna direttamente al brand. C’è tuttavia la interfaccia di raccolta che è la Radiovisione. Una innovazione che è difesa quasi con ossessione da Lorenzo Suraci e dai suoi. E anche da questa campagna. Tutto lecito. Anche se è preferibile vederla oggetto di una importazione di valori del mezzo Radio in una campagna di impatto più che soggetto di diffusione di numeri di ricerca non sempre credibili. Quelli lasciamoli a Spotify!
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Il tono è volutamente aggressivo, e in questi tempi di guerra, quella parola “potere” suona più vicina ai guerrafondai che non a quel “power to the people” o “People have the power” di ben altri “copywriter”.
Tra tutti i valori di una radio, manca poi il più importante, quello sì potente e di potere: la possibilità di far vedere per radio cose che nessuna tv o nessun film potrà mai farti vedere. Ma questo RTL non lo può giustamente dire, perché con la radiovisione ha iniziato a fare tv e con i video ha cancellato la libertà di ogni singolo ascoltatore di immaginare e “VEDERE” nella propria mente quello che un buon racconto radiofonico sa e può evocare. “Mai dire “peccato che siamo in radio, sennò vi avrei fatto vedere…” Una radio può far vedere di tutto. Anche pescecani che nuotano in un catino portato in giro da un bambino divertito.