Spotify ha promosso una intensa campagna di marketing denominata "Dimentica la Radio". Ma Spotify può o vuole sostituire la Radio? Forse gli alti manager della società il cui titolo continua a crollare in Borsa non si rendono conto che è la vita ad aver scelto la Radio.

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Sono un abbonato a Spotify. Peraltro al piano Family. Con Euro 15,99 al mese tutta la famiglia (moglie, 2 figlie e io) si gode la musica. E mentre mia moglie conserva i CD e le nostre figlie di 19 e 16 anni recuperano il gusto e l’uso dei vinili, io ascolto la musica solo e esclusivamente da Spotify. Una library fantastica dove conservo e sviluppo tutte le playlist, aggiorno ogni 7 giorni le Format Charts, effettuo analisi per artista e svolgo ricerche musicali. Lo connetto a tutti i vari dispositivi. Eccomi, una persona e un professionista soddisfatto di Spotify. Giusto per chiarezza.

Non ho un problema con Spotify che penso sia una magnifica rivoluzione per la fruizione della musica. Punto. Ce l’ho con gli Spotidioti nell’alto management della società che hanno indetto contro la Radio una lotta ideologica e commerciale senza senso. E che purtroppo trova proseliti con fuoco amico perfino nello stesso mondo del nostro mezzo. Si può lanciare una campagna di marketing globale dal titolo “Dimentica la Radio”? La cosa non ha portato fortuna al titolo di Spotify che, come ho segnalato qui, è crollato da quel momento. E la caduta rovinosa continua!

Le differenze tra la Radio e Spotify

Temo che qualche guru con l’idea del Total Audio abbia creato alcuni elementi di confusione agli Spotidioti che con l’addizione del loro delirio di onnipotenza (da debiti) ha determinato un improvvido attacco alla Radio. Mentre dovrebbe essere considerata un partner di salvezza, vedi XM Sirius con Pandora negli USA. Proviamo razionalmente a mettere un pochino di ordine? E sulla base delle ricerche e delle esperienze a comprendere come siano due mondi differenti?

  • SPOTIFY opera nel mondo interno dell’individuo, provvedendo alla auto-programmazione della musica. La RADIO opera invece nella proiezione esterna della persona, perché è lo strumento preferito per entrare in contatto con il o con un mondo.
  • SPOTIFY è un servizio a pagamento, oppure gratuito ma in questo caso con funzioni assai limitate e con promozioni assillanti per procedere verso il modo “pay”. La RADIO è un servizio pubblico ad accesso libero, una piattaforma che offre le più ampie modalità di fruizione.
  • SPOTIFY è dominato da algoritmi. La RADIO è gestita da umani.
  • SPOTIFY non è un essere vivente. La RADIO sì, e nella varietà di tutte le sue stazioni.
  • SPOTIFY comunica di avere oltre 13 milioni di utenti in Italia di cui solo il 30% o meno in abbonamento. Quanti si sono iscritti e non usano da tempo Spotify? La Radio certifica continuamente i propri ascoltatori che sono oltre 33.000.000 al giorno e che seguono mediamente 3 stazioni differenti per un totale di ascolto che supera le 3 ore e i 25 minuti.
  • SPOTIFY si promuove come l’origine della musica. In base alle ricerche qualitative negli USA e in Europa la RADIO in AM/FM rimane di gran lunga la prima fonte musicale e la prima sorgente di nuovi brani per gli individui.

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Gli algoritmi sono su Spotify come la vita è sulla Radio

Spotify ha degli algoritmi a mio avviso tutti da perfezionare. Provate a consultare i “Consigliati, in base al contenuto della tua playlist”. Disastro. Comunque Spotify è quello. Audio musicale e non, con algoritmi. Gentili Spotidioti, vediamo se oltre a voler far dimenticare la Radio (leggi sopra) siete in grado di sostituirne anche le funzioni. E la sua vita. Scommetto tutt’al più che ne intercetterete lo streaming o i podcast, repliche principalmente. Un’altra Tune-In? Solo un portale audio per terzi? Facile per chiunque. Ecco le domande. Ansioso di ricevere le risposte.

Spotify svilupperà in proprio nuovi contenuti come…

  • … l’INTRATTENIMENTO in diretta dei migliori conduttori nei loro programmi? Da Linus a Marco Galli, da Lillo & Greg a Pippo Pelo?
  • … la DIFFUSIONE di PROGRAMMI COMICI e SATIRICI in connessione con l’attualità e con i più grandi talenti disponibili?
  • … la PROPOSTA di FORMATI, con la messa in opera di veri e autentici centri di competenza espressivi e culturali, dal genere dance a quello della classica?
  • … la VALORIZZAZIONE della MUSICA, data al momento della trasmissione dei brani dei più competenti esperti e conoscitori dei generi e degli artisti?
  • … l’INFORMAZIONE in tempo reale con la più ampia selezione di tutti i GR e i servizi di informazioni le redazioni del mezzo più credibile in base alla ricerca dell’Istat?
  • … l’INTERAZIONE istantanea e soprattutto filtrata e gestita con gli ascoltatori tramite telefonate in diretta o messaggi?
  • … la TRASMISSIONE di EVENTI in DIRETTA da qualsiasi ubicazione e per ogni finalità sia a carattere locale che nazionale?

Può bastare? C’è moltissimo altro ancora che la Radio realizza e che non sarà mai prodotto da Spotify. E peraltro senza tutto questo la Radio sarebbe una noia assoluta. Figuriamoci Spotify che non può realizzarlo.

Photo Credit: iStock.com/master1305

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2 thoughts on “La RADIO è VITA e RENDE SPOTIFY una NOIA ASSOLUTA

  1. Ciao Claudio,
    che opinione hai riguardo alla novità appena introdotta da Spotify (per ora solo in USA e Canada) del “Dj virtuale” basato su AI? E’ forse una definitiva ammissione del proprio limite da parte del “colosso” digitale? Un ulteriore “errore” strategico che mette nero su bianco la sofferenza di Spotify nei confronti del sistema radio? Ma sopratutto, potrà avere un riscontro positivo in questo dove gli utenti sono sempre più abituati a fruire “il falso” e non “il vero”? Grazie e buon lavoro. Saluti, Jury

  2. Ciao Jury e grazie del messaggio. Non sono così convinto che gli utenti siano sempre più abituati a fruire “il falso” e non “il vero”. E infatti mi aspetto che, dopo i podcast, gli utenti di Spotify boccino anche il “DJ Virtuale”. Gli analisti finanziari lo dicono da qualche anno. Spotify deve concentrarsi acquisendo almeno un concorrente e dominando il mercato globale. E non deve disperdersi in “collaterali”. La Radio è un essere vivente, Spotify no. E non può fingere, schiavo di algoritmi e di conti impossibili con redditività mai positiva e in calo. La Radio ci sarà sempre. Spotify non so.

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