Il fatto è politico e mi scuseranno i lettori che qui cercano essenzialmente aggiornamenti o tecniche per i Formati e per il Marketing della Radio. Per una volta è necessario indurre la riflessione su un fatto politico perché da esso dovrebbero in effetti scaturire azioni significative per il lavoro di tutti i giorni, proprio e soprattutto nel servire il Pubblico e i Clienti. L’argomento è quello dei rilevamenti di ascolto Radiofonico. La importante e fondamentale associazione UPA (Utenti Pubblicità Associati), già socia in AudiRadio, ha bussato attraverso un comunicato stampa alla porta di TER (Tavolo Editori Radio) e non l’ha fatto in punta di piedi. Si tratta di un vero e proprio missile inviato a un nome e a un cognome, Nicola Sinisi, presidente di TER, la società tra gli Editori della Radio che ha varato la ricerca di ascolto più discussa di tutta la storia del mezzo in Italia.

La nota stampa è stata pubblicata qui da Prima Comunicazione.

Al di là delle rettifiche su quella che è stata certamente una espressione infelice del Presidente di TER verso l’UPA, e che ragionevolmente troverà delle significative scuse o dei chiarimenti importanti, la componente esplosiva, la vera detonazione, è nella seconda parte del comunicato.

UPA ha sempre rispettato il lavoro degli istituti nella esecuzione delle ricerche vagliando quanto da loro fornito come servizio a supporto di metodologie e obiettivi definititi dalle Jic (Joint Industry Committee) cioè da tutte le componenti il mercato dell’advertising (mezzi, aziende, centri media e agenzie). Questa impostazione è riconosciuta anche dalle Authority ed è lo strumento che ha reso possibile nel tempo la migliore evoluzione nelle ricerche. E’ quanto si sta facendo in Auditel, Audiweb, Audipress, Audioutdoor, Audimovie utilizzando tecnologie e metodologie sempre più avanzate per ottenere risultati certi, indipendenti, con cadenze predefinite e costanti in modo da fornire al mercato dati credibili e sempre aggiornati“.

Non credo di difettare di amore incondizionato per la Radio, anche se culturalmente parto da fatti e da analisi, e non ho mai avuto paura a sostenere la forza del mezzo di fronte a operatori di TV, Stampa e agli stessi professionisti della Pubblicità come a chiunque. Non ho nemmeno paura della minoranza o della solitudine. Ma qui sta succedendo qualcosa di profondamente sbagliato dove l’orgoglio per il mezzo diventa l’esclusione degli investitori. In effetti sostengo ciò dalla nascita di TER che non mi piacque affatto proprio per le premesse sbagliate.

L’unico mezzo, proprio l’unico, che non è nel sistema delle Audi e che non ha nemmeno un JIC credibile è la Radio. Nell’interregno successivo all’esplosione di AudiRadio ci poteva stare? Ma quando si ricompone una società tra Editori devono esserci anche aziende, centri media e agenzie. Non c’è alcun dubbio! Il JIC è l’ovvio quanto necessario consesso che conduce alla legittimazione reciproca tra Mezzo e Mercato.

Le ultime parole vanno rilette con assoluta cura… UTILIZZANDO TECNOLOGIE E METODOLOGIE SEMPRE PIU’ AVANZATE PER OTTENERE RISULTATI CERTI, INDIPENDENTI, CON CADENZE PREDEFINITE E COSTANTI IN MODO DA FORNIRE AL MERCATO DATI CREDIBILI E SEMPRE AGGIORNATI.

Il problema di modo che è esteso così chiaramente nel missile inviato a Nicola Sinisi è anche un evidente monito implicito su come UPA utilizzerà i dati di TER. Non è abbastanza?!?

Il 2018 si avvicina, siamo nel buio, un buio pesto; per favore accendiamo la luce e apriamo la sala. Operazione JIC con innovazione, imparzialità e trasparenze totali. Please.

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