Siamo nell’imminenza di decisioni del CdA di TER. L’ormai notissimo uomo venuto dal Cielo della Saggezza,  il super consulente, super partes, super adulto e super blasonato, esprimerà il Sommo Parere sui dati del 1° trimestre 2017; il CdA del 6 ottobre prenderà dunque atto del Super Lavoro, valida sintesi del Super Studio di circa 2 settimane sul problema, per premere uno dei 2 bottoni disponibili. Il tasto numero 1 consiste nel rilascio immediato dei dati del 1° semestre, frutto (parola scelta non a caso…) dei dati del 1° e del 2° trimestre. Il tasto numero 2 consiste invece nella eliminazione dei dati del 1° trimestre e nel rilascio del semestre mobile, frutto (idem… come sopra) dei dati del 2° e del 3° trimestre, con quest’ultimo che dovrebbe essere disponibile attorno alla metà di ottobre. Questo è quanto sia dato di sapere; non è molto ma ci deve bastare.

Nel frattempo crescono più che legittimamente le attese su alcune questioni anche dai numerosissimi operatori della Radiofonia Locale che hanno versato somme ingenti per iscriversi all’indagine e riceverne i dati.

Appunto, le questioni. La prima riguarda l’unità di TER che è stata ricucita dopo la frattura di Radio Mediaset in una modalità da risultare financo sospetta, mentre l’UPA bombardava a bassa quota il Presidente Sinisi per le sue affermazioni quantomeno infelici sull’associazione degli Utenti della Pubblicità. La seconda riguarda la credibilità stessa della Ricerca e del settore della Radio; molti passaggi gravemente imbarazzanti del lavoro di questo primo e tribolato anno di TER sono sembrati più gli episodi della serie “Ciccio Pasticcio” che il frutto unico, solido e qualificato di un JIC (Joint Industry Committee). Sempre lieti di sorprenderci verso il meglio, sia chiaro… sperem!

Sullo sfondo giungono anche le promesse per una Super Ricerca 2018, tanto per non cambiare enfasi, ma non si sente il profumo magico della rilevazione elettronica, quella che aiuterebbe la intercettazione dei target più giovani e delle Radio meno esposte a promozione, ad esempio, ma sarebbe la fine di tutto; così direbbero i grandi che amano l’indagine sul solo ricordo di ascolto. L’AGCom però non la pensa esattamente così, e forse nemmeno l’UPA.

E poi esiste l’attesa dell’adrenalina, la mia preferita, anche delle singole stazioni i cui operatori fremono per sapere come siano le performance delle loro diavolerie messe in atto per servire il pubblico; da troppo tempo non hanno riferimenti, anche perché quelli del 1° trimestre si sono delegittimati da soli e poi rappresentano per i più un campione decisamente insufficiente.

Per quanto mi riguarda la prima curiosità è quella di verificare il quadro complessivo e aggiornato, anche dei miei clienti, partendo tuttavia necessariamente dalle analisi della Top 10 tra le Radio Nazionali; queste ultime godono del beneficio conquistato nel tempo, con gli investimenti e con il lavoro, di aprire i giochi strategici grazie ai vantaggi competitivi di brand e di copertura.

Il mapping della Top 10 rispetto al sesso e alle età, uno dei modi per rappresentarlo, è fermo a Radio Monitor del 2016. Sull’asse delle ascisse troviamo le età; a sinistra quelle più giovani partendo dai 14-17 per arrivare a destra con gli Oltre 64 anni. Sull’asse delle ordinate troviamo in alto i maschi e in basso le femmine. Il centro del sistema degli assi cartesiani è il baricentro, non il punto di metà delle 2 variabili. Dati ovviamente dei Quarti d’Ora, quindi dell’ascolto e non degli ascoltatori.

Sarà ancora VIRGIN RADIO la stazione più giovane della Top 10, sia pur di poco? Quanti dubbi invece sul fatto che RAI RADIO 1 continui la solitaria marcia verso destra, probabilmente inseguita da RADIO 24? E gli sforzi di RAI RADIO 2 di ringiovanirsi con musica da playlist delle CHR ben più giovani RTL 102.5 e RDS? RADIO ITALIA SOLA MUSICA ITALIANA avrà approfittato della prateria sterminata che ha davanti?

Insomma, domande e incertezze ve ne sono molte. Auguriamoci chiarezza, professionalità e di non essere sTERminati dall’imprecisione.

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