Questo articolo, i due precedenti e i prossimi 5 della serie, sono dedicati a me stesso ma in una chiave di tributo alle persone da cui più ho imparato in 40 anni di Radio. Compiuti il 5 ottobre. Un tributo per anno, cinque tributi alla volta. Qui 1991-1995.

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Ottobre 1981-2021, 40 anni di Radio di me, Claudio Paco Astorri. Una ricorrenza impegnativa! E’ comunque preferibile scrivere che si hanno 40 anni di Radio piuttosto che 58 di anagrafe… Non trovate?!? La Radio rende più giovani, è noto, e tutti noi che vi operiamo siamo dei Peter Pan. Ma non festeggio. Credo di dover ringraziare i molti che mi hanno trasmesso l’esempio, molto più di celebrare una ricorrenza che mi inserisce di diritto tra quelli dai capelli bianchi della Radio. Mi sento ancora giovane e coraggioso, ma anche saggio nel tributare il dovuto.

Quindi sul mio blog e per i miei 40 anni desidero svolgere un’attività di ringraziamento. Si tratta di 8 articoli che riguardano me e i destinatari della mia gratitudine. Li rivolgo alle persone da cui più ho imparato in questi 40 anni di Radio. Una per ogni anno. Si tratta delle persone speciali che mi hanno trasmesso e/o insegnato di più. E senza le quali non sarei oggi quel quarantenne (di Radio) che può e vuole guardare ancora avanti. E che continua a domandarsi quale sarà il prossimo grande progetto Radiofonico per cui operare da domani mattina.

1981-1990, i 10 tributi speciali già inviati

  • 1981 – Roby Chris
  • 1982 – Angelo Zibetti (alla memoria)
  • 1983 – Claudio Villa
  • 1984 – Bob Paiva
  • 1985 – Bob Schulberg
  • 1986 – Rino Denti (alla memoria)
  • 1987 – Fabio Santini
  • 1988 – Paolo Oberto
  • 1989 – Andrew Economos
  • 1990 – Valerio Gallorini

Per l’articolo con i tributi speciali dal 1981 al 1985, clicca qui.

Per l’articolo con i tributi speciali dal 1986 al 1990, clicca qui.

1991 – Claudio Cecchetto

Claudio Cecchetto mi volle come direttore dei programmi di Radio Deejay. Non ho mai capito se la scelta su di me fosse per fermare la crescita quasi verticale di RTL 102.5 o per valorizzarmi all’interno della sua creatura Radiofonica. Dopo sei mesi optai per la prima delle due ipotesi e tornai a far crescere ciò che avevo già contribuito a far nascere in quel di Arcene (BG). Nessun dubbio invece sul genio dell’uomo e del Radiofonico. Claudio mi ha insegnato due valori rilevantissimi: la creatività e il fatto che la Radio sia un teatro espressivo delle personalità.

Con un valore ulteriore che è il senso profondo del target e a chi rivolgersi nel pubblico, Claudio ha saputo coniugare il suo disegno assolutamente vincente di stazione con quello delle personalità di tutti i suoi talenti. In altre parole ha realizzato un ponte tra stationality e personalities come nessun altro e come mai prima nella Radiofonia italiana. I conduttori si trovavano in una condizione di “solitudine collettiva”. Capsule di personalità molto specifiche e rigidamente controllate immerse in una comunità di valori in cui riconoscersi vicendevolmente.

Impressionante vederlo al lavoro, cioè in tutte le ore escludendo solo quelle del sonno. Un sarto di altissimo livello delle personalità. Analizzava e studiava i talenti che potevano completare la sua “nazionale dei disc-jockeys” e costruiva per ciascuno una personalità pubblica, un ambiente, un progetto durevole e solo dopo un programma. Penso sia il Walt Disney della Radio. In effetti ha creato Paperone (Gerry Scotti), Paperino (Fiorello), Topolino (Linus), Pippo (Albertino) e Gastone (Amadeus). Più tanti altri. Tutti gli dobbiamo moltissimo.

1992 – John J Kennedy

Nel 1991 torno a RTL 102.5 per completare l’opera e decido che devo aggiornare prima di tutto me stesso. Ottengo comprensione e sostegno per frequenti viaggi negli U.S.A. a scopo sia di studio che di aggiornamento. L’anno successivo mi iscrivo all’impegnativo “NAB Radio Executive Management Development Seminar” dell’Università di Notre Dame, a South Bend nello stato dell’Indiana. Una classe di 25, tutti top manager della Radio negli U.S.A. e poi io, l’unico europeo. Uno dei nostri 10 professori è John J Kennedy. Insegna “Management Styles”.

Certamente il professore più carismatico, presenta un CV impressionante, e non solo da un punto di vista accademico. Consulente aziendale di CBS, Univision e di altri grandi gruppi nell’ambito dei media nordamericani. E’ consulente anche in tanti altri settori, come l’energia per General Electric ma anche e nientemeno che Boeing per l’aeronautica. Componente del comitato del dipartimento della difesa nella presidenza Reagan. E mille altri incarichi con partecipazioni a board di altissimo livello. Una persona con visione pazzesca del business.

John J Kennedy ci presenta i 12 strumenti di analisi più importanti. Uno di questi è il business concept. Lo spiega benissimo e, colto che lo seguiamo, ci porta sul terreno della Radio. Qual è l’unicità, la specificità della Radio verso le persone? Qual è il business concept della Radio? Proviamo tutti a rispondere ma nessuno di noi 25 offre la risposta giusta. E arriva la sua, un lampo nel cervello di tutti, un richiamo estremo alla semplicità: “Radio is about making people feel better, for entertaining formats. Know better, for news ones”. L’insegnamento della vita.

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1993 – Terri Rabel

Devo molto al NAB. Conferenze, libri, seminari e conoscenze. Sì, anche conoscenze. Attraverso il NAB e i suoi eventi si conoscono tantissimi operatori di tutto il mondo della Radio. E c’è una persona che in particolare mi ha introdotto negli anni ’90 all’interno dei NAB Show e dei NAB Radio Show a conoscenze one to one di alto livello nella Radio statunitense e internazionale. Non so perché sia stata così generosa nei miei confronti presentandomi ogni volta come un grande professionista della Radio in Italia ma Terri Rabel, vice presidente del NAB, l’ha fatto.

La prima cosa che Terri ha fatto per me è lanciarmi dalla parte dei relatori negli eventi del NAB. Nel programma del NAB Show 1993 a Las Vegas mi ha voluto come speaker in una conferenza di management Radiofonico. E quando il moderatore è venuto a mancare per problemi di voli, non ha avuto dubbi sul fatto che tra i 6 relatori dovessi fare io il moderatore. Credo di aver svolto la funzione al meglio e devo dire che parlare a centinaia di operatori Radiofonici provenienti da tutto il mondo è stato fantastico. Oltre che un biglietto da visita prestigioso.

Terri mi ha presentato quello che oggi è il mio amico Robert Richer, un broker che opera in tutto il mondo e che ho potuto visitare anche nella sua casa nel Connecticut. E tantissimi altri dirigenti e manager di società statunitensi e internazionali quali CBS e Clear Channel (oggi iHeart Media). Responsabile dell’area Internazionale ha promosso il NAB in Europa e ha sempre favorito l’avvicinamento delle persone tra le due sponde dell’Oceano Atlantico. A lei devo anche l’esempio di una incessante dedizione di ascolto delle persone e di servizio per la Radio.

1994 – Dwight Douglas

Una persona che Terri Rabel mi presentò, tra le tante, è Dwight Douglas. Nei primi anni ’90 era certamente il consulente Radiofonico statunitense più creativo e apprezzato. In un mondo in cui i grandi gruppi Radiofonici non erano ancora giunti alle mostruose dimensioni degli anni 2000, i consulenti di successo erano quelli che portavano, come le api, il nettare dei formati e delle innovazioni editoriali in tutti i mercati degli Stati Uniti d’America. Un lavoro creativo e di sviluppo di business splendido e di cui Dwight è stato il migliore dei protagonisti in assoluto.

A conferma delle qualità dell’uomo e del professionista, nei recruiting per i Morning Show delle sue stazioni clienti fu proprio Dwight a pescare dalla periferia un certo signor Howard Stern. E a favorirne il rapido e incessante percorso di crescita fino al livello di prima e assoluta personality della Radio a stelle e strisce. Dwight mi invitò ad Atlanta a casa sua e mi aprì le porte della sua società di consulenza Radiofonica. Fino a ipotizzare perfino una mia affiliazione come entità nel territorio europeo. Purtroppo la cosa non proseguì per vicissitudini sue, anche molto personali.

I consigli di Dwight sono stati preziosi. Senza mai rinunciare a una trazione creativa Dwight mi ha mostrato la sua incredibile propensione ad essere multi-disciplinare. Si tratta di una forma di atteggiamento che è indispensabile per chi vuole vincere in Radio. La cultura del Morning Show è poi un altro grande contributo che Dwight mi ha trasmesso. E’ la creazione di un mondo di familiarità nella sua migliore proiezione e verso il sorriso. In cui la realtà non deve mai mancare ma in cui viene ripensata e a volte anche sovvertita dal contributo della creatività.

1995 – Angelo Borra (alla memoria)

Al suo funerale il sacerdote ha pronunciato una raffica di “Ave Maria” senza interruzioni per 20 minuti almeno. E noi con lui. Angelo non era un santo e aveva bisogno di molte preghiere. Ma secondo me era un buono con il prossimo e spero che questo gli valga il paradiso. Certamente ha la gratitudine di tutto il suo popolo, quello della Radio. Angelo Borra è il fondatore di Radio Milano International, la prima Radio privata nata in Italia. Ha promosso in Italia una cultura di servizio e di emissione FM più che rivoluzionaria. Angelo è un benemerito della Radio.

Preso dalle sue molteplici attività, più o meno chiare o note, Angelo assisteva a un declino della posizione della sua stazione. Specie da quando la legge Mammì lo aveva indotto a trasformare Radio Milano International in un progetto nazionale con concorrenti più strutturati. Mi chiamò a RADIO 101 nel 1995. Gli portai in dote le mie esperienze di ricerca sui formati e le competenze acquisite nel marketing e le vendite. I problemi di dimensione che lui e il suo staff affrontavano potevano essere risolti solo con migliori performance negli ascolti e nel fatturato.

Le soluzioni c’erano tutte, sia sul prodotto che richiedeva aggiustamenti, che sul marketing e commerciale dove era concreta l’offerta rilevante di una nuova concessionaria di pubblicità. Ogni anno perdeva qualche miliardo delle vecchie Lire e il nuovo scenario l’avrebbe riportato almeno alla pari. Tuttavia preferì non schiacciare i bottoni delle novità. Credo fosse un grande romantico. Alla fine non voleva tradire i suoi, il suo percorso, anche se spesso si arrabbiava con loro. Scelse di farsi carico in prima persona, come sempre, delle necessità del mantenimento.

I prossimi tributi… nei prossimi 5 articoli

  • 1996 – Angela Buttiglione
  • 1997 – Angelo Pirrello
  • 1998 – Gianni Miscioscia
  • 1999 – Michele Menegon
  • 2000 – Silvia Stefani
  • 2001 – Francesca Cancellara
  • 2002 – Andrea Pellizzari
  • 2003 – Jeff Pollack
  • 2004 – Filippo Sugar
  • 2005 – Walter Miscioscia
  • 2006 – Carlo Mandelli
  • 2007 – Stefano Guidotti
  • 2008 – Linus
  • 2009 – Enea Roveda
  • 2010 – Roberto Sabatini
  • 2011 – Marco Bazzi
  • 2012 – Renato Lopena
  • 2013 – Giuliano Radicioli
  • 2014 – Marcello Foa
  • 2015 – Giorgio Drago
  • 2016 – Bruno Benvenuti
  • 2017 – Pierluigi Picerno
  • 2018 – Paola Marchesini
  • 2019 – Don Vinicio Albanesi
  • 2020 – Giuseppe Vaccari

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