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“I conduttori devono pur dire qualcosa di sensato”. E poi: “Chi sta al microfono deve in qualche modo raccontare delle notiziole, qualcosa insomma”. E ancora: “Servono contenuti; sono loro i pilastri della conduzione in Radio”. Razionalità banali. Anzi, banalissime. La parola contenuti sta affogando la libertà e soprattutto la personalità di chi conduce nelle Radio di flusso. Già ci sono alcuni dettami, in ordine alla brevità degli interventi e alla coerenza ambientale verso il formato complessivo della stazione Radio. Se poi aggiungiamo la richiesta di dire cose “serie”, è la fine.
Quando si parla troppo e a sproposito di contenuti nel mondo del “Make People Feel Better” si promuove la noia e non il talento e si aprono oltretutto varchi pericolosi nella percezione degli ascoltatori. La richiesta degli ascoltatori nei confronti dei conduttori è di bravura e simpatia. Attenzione, bravura e simpatia combinate insieme. Quanto siete bravi? Quanto siete simpatici? Siamo certi che inserire contenuti che spesso arrivano proprio letti e non interpretati, possano in qualche modo migliorare lo score? Anziché liberare benessere, forse distribuiamo gravità?
Nelle emittenti di flusso di qualsiasi formato in cui ho operato o mi trovo oggi a operare come station manager oppure come consulente la parola di riferimento è stata, ed è, stationality. La progettazione parte dalla identità e dalla personalità di stazione. Per arrivare a coltivare e a far convergere tutte le personality a disposizione in un sistema sì identitario ma plurale. E in cui la ricchezza e la imprevedibilità umana abbiano l’ambiente adeguato per potersi esprimere. Tutti i contenuti sono soltanto uno strumento e non l’obiettivo da perseguire. Uno degli strumenti.
La autovalutazione della conduzione
Siete veramente dei conduttori? Fatevi le domande che il pubblico si pone su di voi. Quanto di bravura ho espresso oggi? Quanto di simpatia? Quanto ho combinato bene i 2 valori? Qualora la risposta fosse insufficiente avete varie opzioni. Negare a voi stessi l’evidenza. Sconsiglio. Dire a voi stessi che vi date un’altra chance attraverso il miglioramento continuo con aircheck tutti i giorni. Consiglio. Qualora foste bravissimi ma non simpaticissimi potete pur sempre bussare al vostro responsabile di redazione e chiedergli accoglienza piena. Per fabbricare contenuti solidi.
In altre parole, la differenza tra un conduttore e un redattore è nella licenza d’uso di simpatia. Il conduttore che si mette a leggere al microfono è come un giornalista che fa lo spiritoso nei GR. Un giornalista che fa il simpatico crea imbarazzo almeno quanto un conduttore che fa il serio. Entrambe le figure possono attingere dalla realtà dei fatti. Ma il conduttore vince e si afferma presso il pubblico non perché offre dei contenuti ma bensì per la sua capacità di trasformarli in storie e soprattutto farli camminare nella immaginazione di chi ascolta. E può molto altro.
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I contenuti come forma di controllo della conduzione
In alcune grandi realtà, che inevitabilmente assurgono a ruolo di esempio più o meno positivo nei confronti di quelle più piccole, è palese che sussista un legame inversamente proporzionale tra il talento stimato di un conduttore e i contenuti che deve esprimere. La riflessione indotta è che se tu, caro conduttore, non hai abbastanza talento e sei un rischio per quello che esprimi al microfono autonomamente, allora devo pensare io, Direzione Suprema, a fornirti dei contenuti dalla redazione. Almeno non fai i danni. Quello che accade nella realtà è invece l’opposto. Tiè!
Sempre con l’attenzione rivolta solo alla pax interna e poco o nulla al pubblico, al conduttore del weekend o di fasce non primarie, si girano o si inducono a trovare le “notiziole”. Tuttavia senza alcuna forma di lavorazione, semplificazione o indirizzo. La notiziola scritta per il web o per la stampa “As is” arriva al conduttore. Peccato che egli (o ella) ci voglia comunque mettere qualcosa di suo. E anziché sforzare la sintesi della creatività spinge per altro. Intro indigeribili, pali e tangenti, esplosione delle subordinate. Tempi biblici. I contenuti nel ventilatore. Mah!
I contenuti come riempimento di un vuoto cosmico
Se ben pensata e disegnata la Radio di flusso è un ottovolante regolato di emozioni e di onde emotive. Si può essere empatici con interventi semplici e al momento giusto, aprire squarci di condivisione con l’ascoltatore in pochi istanti. Promuovere l’immaginazione a tutti i livelli. Le soluzioni e le possibilità sono infinite. Basta non rompere le palle! Cavalcare la belva in effetti non è semplice ma se lo si fa pensando di essere giornalisti o dei raccontatori di semplici fatti si uccide tutto. E invece anche ai grandi capita che ti raccontano la notiziola. Senza costrutto.
E quando ti dicono che anche Jimmy Fallon fa così? Non vedo l’ora di sentire una oscenità tale per sottolineare, video alla mano, come ogni notiziola dei grandi show statunitensi, e non solo, è trattata. Si parte dalla notiziola, non ci si arriva. E quando si parte si susseguono fotogrammi alla immaginazione collettiva che arrivano a una fragorosa risata. Non è affatto il contenuto che fa la differenza, ma il modo e la creatività che lo spinge. Chiaro? Non fate i finti giornalisti, fate i conduttori e passate per le notiziole solo quando le potete e sapete far esplodere bene.
Photo Credit: iStock.com/demaerre
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