Il lavoro di gruppo, quello del singolo, i doveri e i diritti in una stazione Radio al giorno di oggi. Esterno qui la mia visione, che non è una scorciatoia veloce ma una via maestra.

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Il tema della organizzazione di una stazione Radiofonica mi è sempre stato a cuore. Almeno quanto la creazione dei formati e il servizio sia al pubblico che ai clienti pubblicitari. Non v’è dubbio che l’organizzazione sia infatti il motore che sospinge il talento e la professionalità a palinsesti efficaci e all’impatto sull’audience oltre che all’investimento dei clienti. E’ un tema particolarmente sensibile nella Radio quello della organizzazione delle risorse umane. Visto che una stazione è esattamente la somma delle azioni delle persone che la compongono.

I modi di organizzare il lavoro in una stazione Radio sono numerosi almeno quanto le emittenti medesime ma alcuni fondamentali sembrano essere più comuni, sia pure con le interpretazioni diverse. La determinazione delle 4 aree in cui si esprime l’attività di una stazione Radio sembra acquisita. L’organizzazione di una Radio si distingue per l’area GESTIONE, l’area TECNICA, l’area EDITORIALE e l’area MARKETING & VENDITE. La capacità di chi gestisce, l’editore o il direttore generale, è di allineare le altre 3, stesso peso, e di concentrare gli investimenti alla bisogna.

La missione, il riferimento aziendale per tutti

Il team! La squadra nasce dalla condivisione di un disegno. E arrivo ad affermare che il disegno, denominato anche “missione”, è più importante anche solo per il 51% contro il 49% di chi ha il compito nel management di rappresentarlo. Certamente la proprietà deve vestire una missione con una certa naturalezza e coerenza ma è più importante che la missione spinga una visione e offra un coinvolgimento a tutte le risorse umane dell’azienda. Talora la missione non è ben codificata o scritta, aleggia nell’aria. Il vantaggio di averla scritta è notevole. Ora un esempio.

Un esempio di missione di una stazione Radiofonica: RADIO 24, 1999.

Se le persone lavorano principalmente per un disegno hanno l’opportunità di partecipare. La missione oggettivizza la direzione, la strada. E si può partecipare idealmente e fattivamente. In strutture di monarchia ereditaria e basate sul principio del direttore artistico i ruoli sono per lo più di servizio al re (più o meno nudo e/o pigro a giornate alterne) e le attività si svolgono con ubbidienza. Il cervello e il cuore si attivano per queste e non per proporre le idee che possano estendere o rafforzare il disegno. La motivazione delle persone è la garanzia della loro crescita.

Le relazioni professionali che ci legano ad una stazione Radio possono interrompersi per tante ragioni. Scontro personale, impossibilità di crescere, conflitti nello staff, offerte migliori, ecc.. I motivi che mi hanno spinto a concludere le esperienza di lavoro e/o di direzione in Radio si rintracciano più spesso nel tema della missione. Si fa un pezzo di strada insieme ma a un certo punto e di fronte a un bivio possono esserci scelte diverse. Il singolo ha la responsabilità prima di tutto con sé stesso e poi verso l’azienda di essere coerente alla sua lealtà di pensiero.

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Non solo visione in comune ma anche azioni condivise

Un paio di sfortunati incidenti alle mie caviglie, con distorsioni serie, hanno limitato la carriera sportiva nella pallacanestro ma non il credo in quello sport eccellente e nel gioco di squadra. Non basta tuttavia avere un disegno comune, vincente ed emotivo, ma occorre condividere in modo continuativo anche il percorso di tutta la operatività. E qui segnalo la responsabilità del singolo che deve essere quella di offrire la totale trasparenza su quello che svolge. I bravi in Radio a mio avviso sono le persone che non fanno mistero dello stato in corso dei loro lavori.

Facilitare la condivisione delle azioni non è ottenuto con pallosissime e lunghissime email che le persone si scambiano. Come per complicarsi la vita reciprocamente. Anche inutilmente. Ma con brevi riunioni regolari di confronto e di presa di decisioni. Da anni pratico e predico che vi sia almeno una “Riunione Stazione” giornaliera tra lo station manager e i suoi responsabili più vicini, quelli della produzione, della musica e della redazione, o area contenuti. Ciò anche nelle emittenti più piccole dove una persona sola raccoglie presso di sé più funzioni diverse.

Doveri e diritti

Fin qui ho raccomandato sia sulla missione che sulle azioni l’adozione dei doveri. Sempre bene maturare sul campo dei crediti piuttosto che dei debiti. I doveri non si traslano subito in diritti ma certamente ne aprono alcuni. Il diritto prudente al confronto con colleghi e superiori. E il diritto modesto a una migliore considerazione interna e professionale. Valori enormi ammesso che abbiate a cuore la vostra stazione Radio. Non mi riferisco qui a diritti della giurisdizione del lavoro. Basilari. Sono gli altri diritti, che seguono doveri ben realizzati, in realtà a farvi crescere.

Photo Credit: iStock.com/Calaimage/Martin Barraud

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1 thought on “LAVORO in TEAM e RESPONSABILITA’ del SINGOLO nella RADIO di OGGI

  1. Caro Claudio,
    metti il dito nella piaga!
    Tutte le tue affermazioni si materializzano anche in una piccola emittente come la nostra e a volte sembrano montagne insormontabili…l’importante è non arrendersi! Ma l’è dura!
    Grazie per le tue precise osservazioni!
    Salvo Agosta
    Radio Aldebaran

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