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Tante esperienze di direzione, e ancor di più di consulenza, presso stazioni Radio nazionali, pubbliche e locali mi hanno fatto riflettere nel mese di agosto su quali siano le attività utili e imprescindibili, assolutamente le più efficienti, nello sviluppo dell’area editoriale. Enumero ben 10 attività al riguardo che a mio avviso sono le “best practice” di una stazione Radio nel riferimento alle attività sul palinsesto. E penso che questa Top 10 sia applicabile in emittenti di qualsiasi dimensione, grande o piccola, e impattano grandemente l’effetto sull’audience.
1 – Missione
Disporre all’interno di una stazione Radio di una missione chiara, di una funzione che sia riconoscibile presso la audience, è un dato fondamentale. Mi fanno ridere gli ipocriti che sostengono che una stazione Radio sia una Famiglia. Non usiamo i valori strattonandoli, prego. Una stazione è la somma delle persone che la compongono. Questo sì. E dovrebbe essere una orchestra umana finalizzata a un servizio distintivo riconosciuto da chi ascolta ma anche da chi investe. E questo crea energia e adrenalina a tutto quanto viene diffuso.
2 – Pubblico
Il nostro compito è di servire l’audience, non semplicemente di “Fare Radio”. Quindi c’è da studiare il nostro pubblico, visualizzarlo nei dati, nei modi e nella mente. Seguirlo durante i momenti del giorno e della settimana. Ricerche generali, studi ad hoc, esperienza diretta. Ci sono strumenti che fungono da lente di ingrandimento e altri che ci fanno pensare. Pensare il pubblico. C’è qualcosa di più stimolante nel mezzo della immaginazione? Credo di no. E realizzare il prodotto editoriale è il frutto della missione e dello studio creativo in squadra.
3 – Ascolto
Massimo Oldani, conduttore di Radio Milano International, disse all’impenitente 17enne e appassionato di Radio, Claudio Astorri, un concetto base nel 1980. Per essere degli ottimi Radiofonici bisogna essere prima dei grandi ascoltatori. Grazie Massimo, lezione di vita! I Radiofonici devono essere essi stessi e prima di tutto degli ascoltatori. Grandi stazioni sia nel nostro Paese che all’estero, le emittenti concorrenti, quelle di altri formati, il conduttore di successo come quello che ha appena iniziato il percorso. Ascoltare tutto, il più possibile.
4 – Squadra
Abbiamo tanti esempi positivi dallo sport, e anche dalla cronaca delle recenti Olimpiadi. Il punto è che siamo una squadra, non un semplice posto di lavoro. Siamo lì tutti insieme per fare squadra per competere. Con chi siamo in competizione? Con le altre stazioni siamo in competizione per il favore e il tempo degli ascoltatori. Non è poco. Il nostro vincere è il raggiungere la frontiera delle possibilità perché la funzione “Make people feel better” della stazione su cui operiamo si ritrovi più scelta e più gradita. E ci ritorni quindi un compenso.
5 – Riunioni
In molte imprese Radiofoniche vige la certezza che le riunioni siano una perdita di tempo. Quale errore. Sono lo strumento principale di comunicazione interna. Favoriscono la presa di decisioni valutate complessivamente e approfonditamente. Permettono alle risorse umane di segnalarsi per originalità e per partecipazione L’importante di tutte le riunioni è la durata. Equilibrata rispetto alla importanza e agli obiettivi. Pure la frequenza deve essere scelta nel modo più accurato. Senza esagerare ma nel favorire raccordo, aggiornamento e sviluppo.
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6 – Aircheck
Oltre che ascoltare tutti occorre riascoltarsi sempre. Ebbene sì. Il principio è semplice. Chi si riascolta, opera talora difficilmente affrontabile per naturale repulsione, impara almeno un +70% di tecniche e suggerimenti, peraltro in proprio. L’altro +30% viene da consigli esterni che possono letteralmente giungere da chiunque. Riascoltarsi spacca. Soprattutto quando ci si pone qualche area di miglioramento su cui operare e lavorare. Dando dunque al riascolto anche il potere di determinare un tassello di crescita di chi sia al microfono o in produzione.
7 – Preparazione
La qualità totale è data da quella attesa addizionata di quella latente. La qualità latente è poi quella della sorpresa. Una volta soddisfatti i requisiti di base poi si può stupire. E stupire è questione di preparazione. L’improvvisazione è una capacità che, non supportata, conduce ad attività spesso banali o egoriferite. Lo Show-Prep è concentrarsi sull’audience e pensare a come sorprenderla. Ben altro della pura e semplice improvvisazione. La differenza? Tutta la preparazione è un processo lineare, quella della improvvisazione ha proprio troppe tangenti.
8 – Talento
Non vi è dubbio che il nostro sia un business basato sul talento. E peraltro continuo, visto il fatto che tante stazioni Radio sono in diretta per 15/20 ore al giorno se non addirittura 24. E’ doveroso creare un ambiente in cui il talento sia libero di esprimersi. Come fare? Che tutti riconoscano il talento dei colleghi. Riconosci il talento degli altri se vuoi che anche il tuo sia riconosciuto. Bene anche le forme di laboratori o progetti specie quando si tratta di novità da testare. Per evitare le conseguenze negative della sperimentazione on-air, improvvida.
9 – Miglioramento
C’è una domanda che bisogna porsi all’interno di una stazione Radiofonica ogni lunedì. Mai dimenticarsene. Cosa miglioriamo del prodotto editoriale per la prossima settimana? Questa sì che è una domanda intelligente. In Radio non si vive di palinsesti che partono all’inizio di una stagione e poi si verifica come sono andati soltanto dopo molti mesi. Nossignori! Si può migliorare continuamente, settimana per settimana. Con la domanda giusta. Obiettivi piccoli con realizzazioni settimanali. Tanti mattoncini di creatività senza perdere il disegno totale.
10 – Connessioni
La Radio è una comunicazione tra una stazione e un individuo. E quest’ultimo, attenzione, si connette per entrare nel mondo o in un mondo. E nel tempo reale e nella modalità broadcast di tutti qui, tutti insieme, tutti ora. Quindi? Dobbiamo creare quelle connessioni in Radio in modo tale da rappresentare al meglio il mondo che offriamo all’ascoltatore. E il risultato? E’ in una stupenda parola che si chiama esplorazione. Le Radio non esplorative annoiano. Le stazioni esplorative offrono invece l’idea di viaggio continuo e di stimoli. La esplorazione!
Photo Credit: iStock.com/gustavofrazao
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