E' uno degli eventi che premiano gli operatori più performanti del mezzo Radio. E l'ho vissuto nel dietro le quinte, come giurato. Riscontri e riflessioni sull'evento di premiazione de "Le Cuffie d'Oro"

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Charlie Gnocchi dal palco all’interno dell’area dell’EXPO 2015 nella serata di Cuffie d’Oro: “… E da quest’anno abbiamo alcuni giurati in più a garanzia di tutti: il grande Guido Monti, che si può corrompere con 10 Euro, e Claudio Paco Astorri, uno che ha creato più Radio dello stesso Marconi”. Questo è solo uno scatto del clima ironico e irriverente della serata celebrativa del 3 ottobre; la premiazione delle Cuffie d’Oro è giunta al quinto anno e si è svolta dopo 4 anni di permanenza a Trieste alle ore 21 presso l’Open Plaza di EXPO 2015 a Milano. 

Devo riconoscere che Fabio Carini e Charlie Gnocchi hanno condotto molto bene sia in termini di simpatia che di bravura. Hanno cercato di contenere vanità e tempi dei premiati, opera assolutamente complessa e sofisticata, dando un ritmo serrato a un evento che è risultato piacevole e spettacolare. Tanti premi e applausi.

Un perfetto mix tra premiazioni, video, eventi musicali, sorprese. Bravi. Molto bravi. Visto che siamo ancora nell’immediatezza della cerimonia ci sono tuttavia 3 riflessioni da svolgere sul Premio e sull’Evento che da giurato 2015 mi appaiono evidenti e che mi sento con semplicità di esternare soprattutto in chiave di futuro. Sono dunque 3 punti che volentieri segnalo e che possono rappresentare riflessioni per l’edizione 2016.

1 – Gli assenti

Non si tratta di assenti qualunque. Due delle prime 5 Radio Nazionali, marchi storici della Radio che hanno 25 anni di servizio nazionale al pubblico e che a tutt’oggi rappresentano oltre 4,5 milioni di ascoltatori ciascuna, non sono state presenti e non sono state premiate. Si tratta di RDS e di RADIO ITALIA. E se è vero, come è verissimo, quanto hanno affermato i 2 Conduttori della Premiazione e molti dei premiati e cioè che “La Radio è di chi l’ascolta” allora Cuffie d’Oro dovrebbe risolvere un problema di credibilità che riguarda la rappresentatività.

Peraltro gli assenti non sono stati solo quei 2 grandi marchi nazionali (e tutti quelli minori sempre a livello nazionale) ma l’intero comparto della Radiofonia Locale in cui operano soggetti che in qualche caso sono certamente migliori dei blasonati premiati della edizione 2015.

2 – Le categorie di premiazione

E’ il tema che si salda a quello della rappresentatività, molto più di quello dei giurati. Le categorie individuate per i premi a Cuffie d’Oro favoriscono le Radio a Programmi e le Personality Radio. Cioè quella parte della Radiofonia che ritiene di avere l’unica patente attendibile di Entertainment verso il pubblico. Che ovviamente non la pensa proprio così. Nel mio breve intervento sul palco ho pensato che fosse doveroso rivolgersi anche ai professionisti che nella Radio si occupano di Musica, di Contenuti e di Produzione.

La miglior programmazione musicale italiana, il miglior programma di musica cult, il miglior formato Contemporary Hit Radio (Radio di Successi Contemporanei), il miglior programma musicale rock, il miglior Giornale Radio, la migliore rubrica di informazione e la migliore immagine di Stazione sono solo alcuni esempi di possibili premi per le prossime edizioni che includerebbero competenze fondamentali e facilmente riconosciute anche dagli ascoltatori. E che, guarda caso, faciliterebbero la rappresentatività delle Radio proprio nel rendere omaggio a tutte le istanze del pubblico.

3 – L’impegno sociale

Ho apprezzato molto lo sforzo della Fondazione Lelio Luttazzi e di Fabio e Charlie nel sostenere alcune iniziative sociali. A mio avviso si deve fare ancora di più e soprattutto da parte delle stazioni Radio più che dell’organizzazione. E’ possibile pensare di premiare la miglior Iniziativa Sociale On-Air e sul Territorio di una Radio? Mi vengono in mente i Crystal Radio Awards negli U.S.A. che sono da molti decenni un riferimento imprescindibile di potenza della Radio verso il sostegno alle istanze della Comunità.

A parte queste considerazioni sulla struttura e rappresentatività dell’evento ci sono alcune perle della serata che meritano un trattamento leggero e quando possibile anche un sorriso.

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Giuseppe Cruciani, star della serata

E’ un abbonato al premio e si è presentato con l’inseparabile David Parenzo. Per la verità sul palco è apparso anche Andro Merkù, imitatore straordinario del cast de “La Zanzara” di Radio 24. Il quale con un finto Renzi in uno scherzo telefonico ha incastrato Monsignor Vincenzo Paglia portandolo ad affermazioni clamorose sull’incontro tra il sindaco di Roma Ignazio Marino e il Papa avvenuto in quel di Filadelfia. Grazie peraltro per la imitazione del Papa eseguita “live”, il massimo dello show.

Giuseppe Cruciani rappresenta un po’ il clamore cross-mediatico della Radio e lo fa con strumenti tradizionali ma messi al servizio di una lettura trasgressiva e glamour dei rapporti umani e anche del sesso. Sullo sfondo ci sono sempre i diritti e le parità interpretati dalla personalità più riconosciuta e controversa della FM in Italia.

RAI Radio 1 e 2 esistono e sono con noi

Ho sinceramente apprezzato che siano stati premiati 2 avamposti di comicità intelligente e assai creativa di RAI RADIO 2, che peraltro sono solo un paio delle grandi evidenze presenti nel suo palinsesto. Nella mancanza assordante de “Il Ruggito del Coniglio” (auguri Radiosi per i 20 anni) e di “Caterpillar” sono stati premiati il programma “610” con Alex Braga, Lillo & Greg e la personalità di Max Giusti.

Sempre a proposito di Radio Rai, la premiazione alla “Not Only Radio Celebrity” Fiorello ha permesso ai presenti una godibilissima visione di un filmato dell’artista, non presente alla serata, ben circondato nel contesto della sua edicola e alle prese con personaggi popolari scelti tra la gente assolutamente singolari. Fiorello è sempre nei cuori di chi ama il mezzo Radio.      

Linus e lo Zoo di 105

Nei pochi secondi in cui ha sostituito Charlie Gnocchi, Marco Predolin è stato anche in grado di accendere una scintilla di polemica alquanto imbarazzante sui carboni ardenti della querelle tra Linus e Lo Zoo di 105. O meglio, ha riacceso la polemica dallo Zoo di 105 a Linus, visto che quest’ultimo ha sempre cercato solo di contenere l’aggressione mediatica, scendendo però nelle vie di fatto ad asportare pezzi dello show concorrente della fascia oraria di suo fratello Albertino, peraltro con risultati assai modesti.

Il direttore artistico di Radio Deejay senza mezzi termini non ha gradito la trappola. Meglio riderci sopra questa volta e farci promettere che non se ne parlerà mai più.

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