
C’è uno dei file pdf che compongono il volume della release dei dati d’ascolto che viene sempre un po’ trascurato, probabilmente perché non soddisfa quella sete di competizione, di rivalità e di confronto diretto tra singole stazioni Radio che si vive al momento della pubblicazione. Siamo pur sempre il Paese delle rivalità ataviche. Eppure in termini conoscitivi del mezzo Radio e della propria emittente è un file fondamentale; è “6 – Ascoltatori per Luoghi e per Device”. Ci occupiamo di fruibilità e mobilità, i due asset fondamentali che sospingono la resilienza e il successo del mezzo Radiofonico. E i dati sono sì generali a livello del mezzo ma anche per singola emittente. Qual è l’andamento della fruizione per device rispetto al 2017? C’è qualche tendenza? Quali interessanti novità sono state apportate alla metodologia 2018 con riferimento ai device?
1) Podcast – Il podcast ci lascia. Nel 2017 veniva ancora rilevata la voce “via lettore MP3/Podcast” e quest’anno tale modalità è sparita, non c’è più. Si trattava di una voce con valori minimi e pure in discesa anno dopo anno, ormai ridotta nel 2017 a soli 109.000 ascoltatori non esclusivi del device su 35.464.000 ascoltatori giornalieri della Radio. Il podcast di programmi delle emittenti Radiofoniche è ora incluso nella voce “altro” che lo racchiude non esclusivamente e che nel 1° semestre 2018 ha cumulato solo 94.000 ascoltatori complessivamente. La Radio è un essere vivente, il gusto di entrare in partecipazione diretta è elevatissimo. Il podcast dai più evidentemente è ritenuto freddo, passaporto sì alla a-sincronicità ma nell’era del tutti collegati e proprio adesso.
Il podcast aveva nel 2017 numeri effettivamente modesti anche a livello di singola stazione; la numero 1 è stata RDS con 16.000 ascolti giornalieri, e scommetterei che l’artefice sia stato l’Oroscopo di Branko, mentre anche RAI Radio 1 con un battage micidiale sulla disponibilità dei GR in modo asincrono, certamente sproporzionato alla effettiva usabilità, non ha superato i 5.000 ascoltatori giornalieri. RAI Radio 2 a quota 6.000. Radio 105 solo 11.000 in totale e Radio 24 solo 10.000. Numeri piccolissimi. Ripeto, ora legittimamente annegati in “altro”.
2) Televisore – “via TV” si divide. Per un device che scompare ce ne è uno che raddoppia. Le due voci separate ora sono “via tv canale televisivo della Radio” e “via TV solo audio”. Radiovisione e Visual Radio da un lato, solo ascolto dell’audio Radiofonico via televisore dall’altro. Un operatore attento non può tuttavia mancare di notare alcune incongruenze palesi; alcune emittenti che non sono oggettivamente in onda come Visual Radio ne ricevono comunque dei numeri. Meccanismo da affinare? Come sempre è anche in questi casi che si gioca l’integrità e anche la credibilità di una rilevazione di ascolto non elettronica.
Un aspetto interessante è nei target socio-demografici delle 2 voci “via TV”; ciò che colpisce è la fruizione da parte del sesso femminile, quasi doppia rispetto a quella maschile sia nel “canale televisivo della Radio” che nel “solo audio”. La fruizione della Radio dal televisore è quindi fortemente femminile. In termini di target di età colpisce la concentrazione nei giovani ma non troppo, di fatto è significativo come ormai sia un device di fruizione non solo accettato ma comunemente utilizzato da qualsiasi età.
Ecco il quadro comparativo in valore assoluto tra la fruizione per device del 2017 e quella del 1° semestre 2018 della ricerca TER
La realtà è che l’Industria della Radio continua a vivere e a svilupparsi grazie alla possente fruizione mobile e al device Autoradio che cresce con più di 800.000 persone rispetto al 2017. In modo quasi corrispondente l’Apparecchio Radio è in diminuzione. La somma del PC/Tablet e del Telefono Cellulare/Smartphone è stabile mentre la somma “Via TV” è in lieve diminuzione.
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