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Certamente dobbiamo registrare una perdita. Non fa mai piacere. Tuttavia il mezzo Radio non è di certo finito in terapia sub-intensiva e nemmeno nello stadio successivo della intensiva vera e propria. Il virus ha provocato al contagiato un notevole mal di testa e febbre alta ma il paziente si è curato in casa. Letteralmente. L’ascolto da casa ha in parte bilanciato l’inevitabile riduzione di quello dalla mobilità con un risultato finale tutto sommato accettabile.
Vediamo i dati nel dettaglio attraverso un confronto con altri 2 riferimenti omogenei del passato, il 2° semestre del 2018 e lo stesso del 2019. Ricordo che paragonare i dati di un semestre con riferimenti differenti, come quelli annuali, è semplicemente improprio. No peripezie. Come ulteriore informazione è bene confermare la stabilità nel campione della popolazione che è cambiato di soli 1.150 individui rispetto al 2019. Ciò rende capziose le compensazioni.
L’ascolto generale nei 7 Giorni
Ecco l’andamento nella fruizione generale (tutte le stazioni) del 2° semestre in base ai dati TER con riferimento agli ascoltatori settimanali.

La perdita sullo stesso semestre del 2019, che annulla un trend positivo, è di 971.800 ascoltatori. E’ il numero di individui che non si sono più sintonizzati sul mezzo Radio almeno una volta in una settimana. Il costo della pandemia? Ragionevolmente e per tutto quello che è accaduto nel 2° semestre è un costo pagabile? Si tratta del -2,19% in termini assoluti. Dall’83,63% della popolazione si scende all’81,80%.
E’ l’attestato di un mezzo che anche con mobilità interrotta o fortemente ridotta ha saputo comunque essere resiliente una volta di più.
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L’ascolto generale nel giorno medio
L’andamento del giorno medio è indubbiamente un altro punto di riferimento per comprendere la condizione del 2° semestre 2020 della Radio.

Il giorno medio del totale Radio arretra di 1.187.730 ascoltatori. E’ una frenata significativa del -3,41%, dunque più profonda di quella dell’ascolto settimanale. E’ quindi chiaro che il prezzo più alto la Radio nella pandemia lo paga non alla copertura di ascoltatori ma alla frequenza del loro ritorno. Non si tratta di quel 20% in meno paventato nel corso della prima ondata di marzo e aprile ma certamente è un risultato che non è positivo e deve indurre riflessioni.
Il nuovo dato è che la Radio, nel 2° semestre del 2020, è stata ascoltata dal 63,60% della popolazione. Eravamo nello stesso semestre del 65,84%.
L’ascolto generale nel Quarto d’Ora Medio 6-24
Dopo le variabili degli ascoltatori, nei 7 giorni e nel giorno medio, occupiamoci di ascolto. La dimensione è quella del quarto d’ora medio tra le 6 e le 24.

La caduta nel quarto d’ora medio è di soli 111.000 individui. In termini percentuali è il -1,74%. E’ il parametro sul quale la Radio perde meno. Sostanzialmente ciò indica che gli ascoltatori del 2° semestre sono di meno ma ascoltano di più di quelli dello stesso semestre del 2019. Questa sostanziale tenuta, tra segnali di allarme, è il conforto che dobbiamo sentire e sui scommettere; è la forza della relazione con i nostri ascoltatori.
Photo Credit: iStock-1277750581
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