Il lavoro più bello del mondo? Quello di Responsabile Musica in una stazione Radio. In realtà è molto complesso. Offro i miei 10 consigli per condividere qualche good practise ma anche qualche grande pericolo...

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In 4 decenni ho svolto tante funzioni nelle emittenti Radio ma quella di Responsabile Musica è tra quelle che ho amato di più, insieme a quella di Station Manager. Non nascondo che anche la funzione di consulente e di formatore mi coinvolge e appaga il mio desiderio di lavorare per il pubblico sostenendo le attività di chi opera in Radio. E’ stato tuttavia da Responsabile Musica che mi sono fatto la migliore idea della Radio nel complesso. E che ho potuto costruire tutte le fondamenta di un formato Radiofonico. Una funzione di grande creatività e anche di tecnica.

Non basta essere intuitivi e creativi, amare la musica, conoscerla e in qualche modo prevederla. No, è solo la condizione necessaria. Occorre saper passare dalla selezione alla programmazione e dalla generazione di uno schedule complessivo a un buon rapporto con la discografia. Senza alcuna forma di sudditanza, sia chiaro. Se non siete curiosi e esplorativi questa funzione non fa per voi. E se non sapete tener sotto controllo il software per la programmazione della musica e “lasciate fare a lui” accomodatevi da qualche altra parte in Radio. Oppure fuori dalla Radio.

Consiglio 1 – Aprite il vostro lavoro a tutti

Ricordo una gigantesca lavagna bianca alle mie spalle nell’ufficio musica a RTL 102.5. Segnavo tutte le uscite imminenti e quelle appena giunte in Radio. E altre informazioni musicali di tutti i tipi. Chi veniva da me riceveva un forte impatto visivo, si documentava e interveniva. Ne usciva arricchito da una idea di ascolto o da una novità ascoltata. Dicevo: “Che ne pensi?”. Le chat di Whatsapp non sono la lavagna. E sono davvero impersonali. Aprite e se possibile rendete visivo ciò che fate, perfino la lista di tutti i brani che state selezionando. Non siate riservati o chiusi.

Consiglio 2 – Confrontatevi con lo station manager, con regolarità

Il difetto culturale di alcuni addetti della Radio, il loro limite grave, è di volere carta bianca. La carta bianca, una ossessione. Fare quello che gli passa per la mente. E sì, suonare quello che gli scatena l’umore quel mattino. Si lavora molto meno. Zero confronti, zero problemi. Tempo per l’ozio. E non basta. Con la carta bianca ci si appiccica la dicitura “artistico” qualcosa. Direttore artistico? Il bello della Radio è che si lavora in squadra e c’è chi vuole sia la prima che l’ultima parola sulla musica. Che noia! Confrontatevi almeno con lo station manager. Crescete con lui.

Consiglio 3 – Ascoltate tutto quello che potete e più volte

La prima preoccupazione deve essere quella di ascoltare tutto, non di esprimere dei giudizi sui brani. Quelli vengono naturalmente con il riascolto e non dovete forzarli. Quello che vi dovete invece forzare a fare è ascoltare tutto, anche ciò che non vi piace e fino alla fine. Strumenti di analisi e charts di tutto e di più. Usatele. Deliziatevi di musica e non solo di quella delle tracce digitali che vi invia la discografia. Curiosate negli Stati vicini ma anche in USA e non trascurate nemmeno l’Australia. Insomma, girate il mondo. Riascoltate tutto fino allo sciogliersi dei dubbi.

Consiglio 4 – Selezionate i brani, non gli artisti

Non dimenticate che suonate brani, non artisti. Gli artisti editano e realizzano i brani ma questi sono un loro contributo alla vita e al mondo che si stacca da essi stessi. Quindi no reverenze di alcun tipo. Se arriva un brano debole di un artista celebre e quello forte di un emergente non abbiate alcun dubbio. Scegliete il brano, non l’artista. Siate la testimonianza che la creatività non è una patente e che il rispetto per un artista celebre non è un inchino garantito o ripetuto. C’è una giustizia che potete attuare, una forma di democrazia. Suonare solo le tracce migliori.

Consiglio 5 – Aggiornate la playlist almeno 2 volte a settimana

Prima di tutto difendete con i denti la playlist, che è l’elenco dei brani a numero chiuso e divisi in categorie che sono abilitati alla messa in onda. Non è lo schedule, cioè la scaletta di quanto è stato programmato o trasmesso. Gli errori di glossario lasciateli ai discografici. E ricordate che la playlist è un essere vivente che ha bisogno di voi, che deve essere alimentata e mossa dalla vostra sensibilità. Con costanza. Almeno 2 volte a settimana. Magari anche solo per confermare a voi stessi che va bene così com’è, ancora per 2 o 3 giorni. Ma fatelo con il tempo dovuto.

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Consiglio 6 – Gestite la vita dei brani correnti con intelligenza

Diffidate dalle partenze razzo di una grande Radio nazionale. Con brani sparati sin dal primo giorno con ben 5 o 6 passaggi quotidiani. Imparate a riconoscere chi brucia i brani. Il fatto che quella Radio abbia tanti o tantissimi ascoltatori non vuol dire che non possa commettere errori anche molto gravi, sia verso il brano che nei confronti del pubblico. Siate responsabili verso il brano nella sua vita. Sopprimendolo se gli avete dato troppa fiducia o gestendone con la cura dovuta le giuste rotazioni nel passare delle settimane. Curare la playlist con l’occhio al domani.

Consiglio 7 – Domate il software di programmazione, come se foste in un rodeo

Che abbiate provveduto voi alla scelta del software di programmazione o che l’abbiate subìta, è probabile che lo dobbiate tenere. Almeno per un po’. E quello che dovete a fare è studiarlo. Se avete una idiosincrasia per i manuali o la formazione dovete farvi curare. Perché qui c’è in ballo il vostro presente e futuro. Il software deve aiutarvi a conferire on-air l’idea di suono e di formato che avete convenuto con lo station manager. E se necessario potete ingannare quel software, lo potete domare e pure frustare. Basta che esca quello che volete voi, non “lui”.

Consiglio 8 – Osservate tutti i monitoraggi ma procedete per la vostra strada

EarOne e altri strumenti di monitoraggio dell’airplay delle emittenti Radiofoniche sono preziosi. Se non preziosissimi. Tuttavia quando li osservate è come se steste guardando al vostro lato destro o sinistro. La vostra strada è invece davanti a voi. Quindi analizzate l’airplay di tutti i concorrenti oppure quello di stazioni del vostro stesso formato. Ma fatelo non per copiare ma per capire. Se capite coglierete nel tempo anche i punti deboli di chi vi corre al fianco e avrete la possibilità di batterlo. Altrimenti lo subirete. Gestire la playlist è anche un fatto psicologico.

Consiglio 9 – Non offrite airplay per interviste o presenze agli eventi

Già dovete stare attenti con i discografici a esprimere dei pareri sui brani perché li possono scambiare per dichiarazioni di airplay. Cautela massima, stare abbottonatissimi. Se poi l’airplay ve lo impongono loro siamo fritti. E un modo per ottenerlo e per strapparvelo su brani che non volete programmare è attraverso uno scambio con qualcosa d’altro. Una intervista o una presenza agli eventi. Be careful! Il tour delle interviste può voler dire che solo 10 minuti dopo la vostra l’artista è on-air anche sul vostro peggior concorrente. E mai puntuali. Davvero utile?

Consiglio 10 – Spiegate ai discografici che siete il cliente, non il fornitore

Vi mandano le loro priorità, peraltro sempre uguali indipendentemente dal vostro formato di appartenenza. Chissenefrega. Ripeto, chissenefrega. La vostra priorità è servire il pubblico e non loro. Che devono essere anche a vostra disposizione se avete domande, se volete saperne di più e se volete farvi un’idea migliore del progetto dell’artista, ecc. Ricordatevi che la vostra impresa Radiofonica paga i diritti d’autore e tutti gli altri connessi. La Radio paga. Inaudito che debba subire decisioni di airplay. Con educazione e buoni rapporti fatevi rispettare. E’ chiaro?

Photo Credit: iStock.com/bowie15

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