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Sono un operatore della Radio che, a differenza di molti, lavora al 100% in Radio. Intendo solo all’interno di stazioni Radiofoniche o Concessionarie di Pubblicità. Non operando nei club, negli eventi, negli studi di registrazione e in altre attività tipiche di Radiofonici con business collaterali, mi soffermo su dettagli che magari sfuggono a chi passa in Radio e si impegna solo per qualche ora al giorno. Questo intro, un po’ lungo in effetti, conduce a una domanda cruciale. E utile? A cosa pensano i conduttori quando si preparano e in onda?
So cosa potreste pensare voi a fronte di questa domanda. Astorri, non occorre essere i gran presenzialisti delle Radio per porsi domande del genere, peraltro leggerissime. Vi oppongo la seguente valutazione. Dimmi a cosa pensi e ti dirò cosa fai. L’aspetto mentale è proprio fondamentale in Radio. Perché se è vero che la magia della Radio è nell’immaginazione, il fatto di non avere di fronte il pubblico, come avviene invece in altre forme nei media e nel teatro di spettacolo e di intrattenimento, può causare un’assenza di stimoli ad agire bene.
1 – Rivolgetevi a tutta la vostra audience
Non giriamoci intorno. Troppi programmi sono strutturati con conduttori che si rivolgono a chi interagisce e non a tutta l’audience. Sono programmi, per usare un linguaggio moderno, veramente divisivi. Se stai sui Social influisci, se ascolti passivamente sei escluso. Resta da chiedersi quale sia la logica di estromettere il 99,99% (numeri reali) degli ascoltatori che ad esempio sono in auto e hanno le mani impegnate. Ma il dito è libero per cambiare stazione. Bellissime parole: rivolgersi all’audience. Immaginatela, servitela, vivetela. Siate “spaziali”.
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2 – Valutate il fattore “valore per il tempo”
La risorsa fondamentale e più democratica per tutte le persone è il tempo. Anche se tutti gli ascoltatori non pagano per ascoltare la Radio, siamo un servizio pubblico ad accesso libero, ciò non vuol dire che possano spendere tempo perché “tanto” il mezzo è gratis. Il tempo, un bene preziosissimo. E non dobbiamo abusarne inutilmente. Stropicciando temi senza senso oltre i limiti del decoro, usando un linguaggio poco lineare e carico di subordinate. Non si tratta solo di compattezza ma anche di intensità. Mai leggere ma interpretare. E trasmettere.
3 – Considerate che l’attenzione all’ascolto è al 50%
Immaginiamo che siete davanti a quel microfono. Improvvisamente il locale intorno a voi si trasforma e siete su un palco dove gli ascoltatori li vedete tutti. Chi guida, chi lavora da casa e chi dall’ufficio, il barman che offre un succo di pomodoro condito, vostra cognata al parco con i figli piccoli, chi corre, il macchinista di ITALO. Insomma, una intera popolazione che adora la Radio come mezzo che accompagna e non interrompe le proprie attività. Quindi la massima cura è necessaria a sollevare l’attenzione ma occorre non abusarne mai o tune-out!
4 – La parola d’ordine è varietà
Leggete questa semplice definizione di varietà: “La molteplicità e diversità di elementi non incompatibili tra loro”. Se vi confermassi che in tutte le ricerche qualitative ad hoc che sono state richieste sulla conduzione Radio, il carattere al vertice delle richieste degli ascoltatori è proprio la varietà? Non fissatevi solo su una cosa, solo su un tema. Più lo fate e più avviate la discriminazione dell’audience sulla base dei soli interessati a quell’argomento. Cambiate, sorprendete, innovate. Siate creativi offrendo al contempo una valida varietà di riferimenti.
Photo Credit: iStock.com/AntonioSolano
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