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E’ stato pubblicato proprio in questi giorni il rapporto per il 1° Quadrimestre 2015 del Nielsen Total Audience Report. Si tratta di una delle ricerche più interessanti perché misura le audience dei media elettronici (Radio, TV, PC, Smartphone, Tablet, ecc.) con una metodologia innovativa e cross-platform. Comparabile, con l’esperienza e professionalità di Nielsen. E’ quindi la ricerca super partes più qualificata, almeno rispetto ai media, e che evince la performance dei singoli mezzi anche relativamente agli altri. Ebbene, la Radio è il mezzo nr. 1 negli U.S.A!
Il 93% delle persone oltre i 18 anni residenti negli Stati Uniti d’America ascolta la Radio almeno una volta a settimana. La Radio è il mezzo nr. 1, prima di TV, PC, Smartphone e Tablet. Si tratta di una performance fantastica che la dice lunga sullo stato di salute del mezzo Radio al giorno d’oggi. Il grafico Nielsen è eloquente anche per i profeti del WEB che evidentemente devono considerare più attentamente le loro ipotesi sulla apocalisse della Radio ma anche della TV.
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Le differenze di copertura Radio nei 7 giorni tra U.S.A. e Italia
In Italia registriamo qualche punto in meno e siamo collocati tuttavia, sempre nell’ascolto settimanale della Radio, a un rispettabile 83%. Perché la Radio in Italia raccoglie 10 punti in meno degli USA? Le prime risposte possono essere stimolanti e generare anche un dibattito. Proviamo quindi a lanciare alcuni perché…
1) Storicità. La Radio Commerciale nasce negli USA di fatto negli anni ’20 del Novecento e non nel 1975 senza regole e nel 1990 con le regole. Gli USA hanno dunque un vantaggio di partenza notevole.
2) La Ripartizione delle Frequenze. Sulla banda riservata tra gli 88 e i 92 MHz vi sono negli USA solo stazioni comunitarie, quelle commerciali trasmettono esclusivamente oltre i 92 MHz. Si tratta di una offerta che qui definiremmo dal territorio in cui College Universitari, Associazioni Etniche, Istituzioni e soggetti collegati al Sociale possono operare le loro stazioni Radiofoniche, sia pure a bassa potenza. Si tratta della marcia in più che permette di completare la fruibilità del mezzo anche verso persone di etnie e istanze molto specifiche.
3) La Assegnazione delle Frequenze. Gli U.S.A. hanno vissuto il far-west delle frequenze molti decenni fa e le stazioni Radio hanno vari livelli di licenza con intensità di segnali e di coperture che dipendono anche dalle competenze e qualifiche interne. Insomma un sistema in cui le Radio si sentono perfettamente, senza interferenze.
4) L’obbligo ai Concessionari è (stato) sociale. Nessuno si sognerebbe negli USA di imporre a chi detiene la licenza Radio di trasmettere Giornali Radio e Informazione. Nonostante ciò il formato “News/Talk” è il nr. 1 per audience, numero di emittenti e fatturato. L’unico obbligo ora abrogato ha riguardato l’impegno a trasmettere campagne sociali verso la propria comunità, il che è un modo più semplice rispetto al nostro di imporre un “ritorno sociale” e di servizio dell’uso delle frequenze che sia addizionale al pagamento del canone di utilizzo.
Vi sono poi molte altre ragioni che riguardano la cultura e il marketing ma, comunque, da questa notizia abbiamo motivo per goderci una Radiosa giornata…
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