Una riflessione aperta sulla congetture starate dal focus del mezzo sulla fine della FM e la crisi della Radio. Come tagliare il ramo su cui si siede. Che... fare un giorno sì e l'altro pure il funerale alla FM alla fine le porti bene?

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Non so voi ma personalmente sono abbastanza divertito dal leggere previsioni assai insistite su temi Radiofonici come la fine della FM e la crisi del mezzo. L’epicentro di queste onde sismiche, che hanno il precipuo scopo di preoccupare e indirizzare gli editori della Radio, è localizzato in grandissima profondità nei pressi del comune di Legnano, hinterland della metropoli milanese. Oltre al sorriso generato dalle previsioni infauste e soprattutto incaute, la preoccupazione che sovviene l’istante dopo l’ilarità attiene al sospetto di conoscenza dei fondamentali della Radio.

La Radio è un servizio pubblico ad accesso libero che è rappresentato dalla somma di tutte le relazioni tra tutte le stazioni e tutti gli individui. E che, salvo il caso della RAI, la concessionaria pubblica, e quello delle Radio comunitarie, vive delle capacità commerciali di intermediazione di servizi di comunicazione tra clienti pubblicitari e clienti ascoltatori delle singole stazioni. Che il servizio broadcast agli ascoltatori sia effettuato oggi prevalentemente in FM e domani in DAB non cambia di una virgola lo schema di business, pur incrementandone il livello competitivo.

La canalizzazione della Visual Radio, specie se sul DTT, aggiunge utenza all’intermediazione; la distribuzione in streaming via IP dell’ascolto, con vari dispositivi di ricezione, aggiunge invece un modello di tipo innovativo per il mezzo ma già usato e persino connaturato al Web. Quello della interazione commerciale con gli utenti ascoltatori. In varie forme. A ciò tutte le emittenti più strutturate e lungimiranti aggiungono una piattaforma per la fruizione digitale in audio o video di contenuti dell’emittente dalla diretta o originali che permettono la fruizione asincrona.

Nonostante lo sbandierare ricerche di cui si dovrebbero conoscere meglio metodologie e pure gli obiettivi, le previsioni unanimi nel mondo sono che il modello “broadcast” sarà dominante nel futuro. Sappiamo bene che occorre quindi non sbilanciare il modello commerciale, quello dei ricavi per intenderci, mantenendolo ancorato alla intermediazione e dunque al broadcast. E allo stesso tempo avanzare il più possibile lo sviluppo digitale verso tutte le forme innovative di proposizioni commerciali che possano massimizzare i benefici di profilazione e interazione.

C’è un equivoco sulla FM?

L’attuale fase della FM è caratterizzata dalla necessità di ridurne il costo per gli incrementi delle bollette energetiche. Si sta facendo molto per rendere la FM più sostenibile. Il lato tecnologico ha prodotto trasmettitori assai meno energivori e quello gestionale induce a considerare alcuni seri downgrade di potenza emessa dai singoli impianti. Dalla corsa verso tanti kW siamo giunti all’intelligenza operativa. Per decenni si è sostenuto: “Se tutti riducessero la potenza di tot DB, tutti si sentirebbero molto meglio”. Questo è il momento. E deve continuare. La FM sostenibile.

La FM sostenibile è anche la FM più ascoltabile, dove il livello interferenziale scende. Qualcuno scambia la FM che si sgonfia dell’inutile e del superfluo per la FM che implode? Nostalgia delle radiazioni pericolose e delle ventole al massimo stridore? A mio avviso la FM sostenibile invece ne allunga la vita, dato l’impressionante numero di 250 milioni di apparecchi Radio con la sola FM presenti in Italia. Nonostante ciò, qualcuno pensa davvero che la FM sia ferro vecchio o già morta? Sì? Vi invito a fare donazioni delle frequenze di vostro uso allo scrivente Claudio Astorri.

La crisi della Radio può arrivare?

Nessuna industria è al sicuro nel frullatore sempre più convulso dei tempi del mondo. Non sarà per mano tecnologica che arriverà la crisi della Radio. Il punto basilare, quello che determina le vere domande da porsi e non le sciocchezze, è la capacità della Radio di servire tutti i pubblici. Operare su tutto lo spettro socio-demografico. Solo con il motto “Una Radio per chiunque” si potrà garantire la sopravvivenza e l’ulteriore sviluppo della Radio. Più diversificazione. Entrano in gioco anche le classificazioni di target e format, ad esempio approfondite nel Format Lab.

Dobbiamo incoraggiare la diversificazione. Il mio collega Giorgio d’Ecclesia sta investendo sul progetto “Urban Radio“. Ottima idea di un formato che manca che richiederebbe investimenti industriali importanti per svilupparsi e affermarsi. Ricerca innanzitutto. Quella che alcuni miei clienti stanno mettendo in campo per progetti News/Talk/Sport, un format che manca in molte differenziazioni. Se evitiamo di copiarci e di sovrapporci e ci distribuiamo meglio a servire il pubblico nelle sue varie segmentazioni, la Radio in Italia non subirà crisi. E competerà meglio.

Photo Credit: iStock.com/photoschmidt

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1 thought on “Le CONGETTURE sulla FINE della FM e sulla CRISI della RADIO

  1. Dott. Astorri, premesso che concordo appieno con la sua disamina,
    anche io come lei, ma più che divertito, sono schifato di come tanti utili idioti, in particolare quelli individuati da lei, un giorno sì e l’altro pure recitano i funerali della FM allo scopo di generare confusione in menti deboli e indirizzare le decisioni di chi ancora detiene le FM a svenderle e ad imbarcarsi come mozzi di culo sulle LORO navi, in particolare sulla bagnarola del DAB, una tecnologia nata morta.
    Come amo ripetere ai mie giovani giornalisti preoccupati di questi reiterati al lupo al lupo, con la radio locale in Italia hanno fatto soldi TUTTI (tecnici, ripetitoristi, consulenti, etc…) TRANNE gli EDITORI LOCALI, mucche al pascolo negli ex-territori liberi dell’FM alla mercè del primo bandito che le accalappiava al lazo, come nel FAR WEST… con tanto di organizzati assalti alla diligenza come l’ultimo quello ai Bandi DAB.
    Io da editore locale dal 6 novembre 1977 di una radio prettamente di informazione fatta SOLO da giornalisti (RADIO ALFA – il quotidiano radiofonico di Salerno e provincia), ritengo che vadano presidiate TUTTE le tecnologie dall’ IP alla VISUAL RADIO in TV come l’Audio sull’8° arco TV, all’ AM e in particolare APP personale (rilevatosi uno strumento vincente di estrema fidelizzazione del proprio pubblico di nicchia ) e non gli aggregatori che sono solo un altro subdolo tentativo di chi senza spendersi nella realizzazione di un prodotto editoriale intende lucrare vendendo la pelle del lupo.
    Ultimo in fondo alla classifica anche il DAB, ma solo in funzione della mobilità automobilistica, stante le conclamate defaiance all’ascolto indoor in concausa delle modalità tecniche imposte dalla pianificazione con i PdV.
    Tutto questo presidio va si fatto, ma con intelligenza e al minor costo possibile e senza mai dimenticare che il primo carrier della RADIO checchè le varie Cassandre del momento ne dicano e tentino di far credere ai più sprovveduti resta al momento la FM.
    Forniture elettriche, stipendi etc… vanno pagate oggi, non forse un giorno, come sarà per le paventate NUOVE TECNOLOGIE.
    Il mio consiglio ai colleghi che fanno prodotto è SI quello di presidiare TUTTE le nuove tecnologie ma saperlo fare con intelligenza e al più basso costo possibile, solo per essere pronti a utilizzale se e quando sarà il momento ma di impegnarsi nel frattempo nel quotidiano lavoro della FM con nuove tecnologie a basso consumo e nella produzione editoriale quotidiana.
    Se un problema VERO c’è nel mondo della radio locale è per lo più quello di non aver capito, MOLTI, sopra tutto gli ex-radioamatori e i tecnici amanti del ferro, come quelli che aspettavano l’arrivo del petroliere arabo sul cammello (tu dare me FM io dare te cammello e petrolio) che contrariamente agli anni ‘80 non è sufficiente tenere accesi i diffusori FM, BISOGNA VEICOLARE UN PRODOTTO EDITORIALE.
    Pe fare una Radio con la R maiuscola non serve solo la tecnologia dei computer ma SERVE l’intelligenza e la creatività irrepricabile dell’uomo.

    A sostegno delle tesi del nostro utilissimo (per il settore) dott. Astorri, voglio condividere con chi avrà la pazienza di leggere le mie digressioni, una mia testimonianza di vita e di lavoro.

    Poco più di un anno fa, ho incontrato un ex- collega che fine anni ’90 aveva ceduto la propria radio e le FM ad un network e si era reinventato in un settore contiguo, per il quale agli inizi lo abbiamo deriso.
    Oggi, alla faccia di quei tanti come me che lo avevano deriso fattura svariati milioni di euro che in radio non avrebbe mai e poi mai fatto.
    Oggi assestatosi nel suo segmento di mercato gli è rivenuto la voglia di far radio LOCALE.

    Senza tirarla per le lunghe, sapendo che la mia cooperativa editrice ha oltre 70 impianti FM dislocati fra Campania – Basilicata e Calabria, di cui circa 34 da anni erano utilizzati per il reloy di SPORTIVA, mi ha proposto di scendere dal bastimento di SPORTIVA e di imbarcarmi sulla sua scialuppa.

    Una avventura radiofonica che da un anno aveva intrapreso solo via IP – APP e DAB e della quale LAMENTAVA i quasi INESISTENTI risultati e il trovarsi a viaggiare il mezzo all’anonimo mare dell’offerta “RADIO” in DAB senza mai veder terra ma sopra tuto numeri, fatturati e ascolti.
    Salto i preamboli della mia decisione e mi imbarco sulla sua scialuppa convinto che l’idea, anche se distante anni luce dalla mia idea editoriale portata avanti da oltre 40 anni con RADIO ALFA – il quotidiano radiofonico di Salerno e provincia, era da testare ( in fondo resto pur sempre un pioniere) in vece dell’affermata SPORTIVA.

    RISULTATO, partiamo il 1° Giugno 2022 con tutte le 34 FM ex-Sportiva tra Campania, Basilicata e Nord Calabria escluso NAPOLI città che è stata collegata SOLO il 1° Settembre 2023 per esigenze di rispetto dei precedenti accordi contrattuali, e a Dicembre 2022 la iscriviamo a TER con la denominazione fino ad allora utilizzata in DAB, IP e APP:
    ROMANTICA RADIO – le più belle canzoni d’amore .
    PRIMO TRIMESTRE 2023, in assenza della copertura di NAPOLI e provincia che da sola vale oltre il 50% dell’intera popolazione oggi coperta, realizza 37.000 ascolti medi nel semestre (molti ancor di più nel solo 2° trimestre che per disposizioni di TER non possono dirsi).
    Un risultato che le ha permesso a ROMANTICA di posizionarsi in CAMPANIA subito dopo il gruppo KISS KISS, Radio MARTE e CLUB 91, con 37.000 ascolti nel giorno medio alla pari di storiche emittenti campane come RADIO ALFA – Radio AMORE – Radio CRC – e prima di tante altre vecchie storiche radio locali campane rilevate da TER.
    Un risultato che da solo in meno di un anno ha dimostrato nei fatti come l’esser passati da una diffusione solo in DAB , IP e APP anche alla diffusione in FM, l’aver assunto per la realizzazione del prodotto editoriale ben 7 persone a tempo pieno e aver sposato tutte le possibili tecnologie innovative di produzione audio abbia fatto in poco tempo la differenza.
    Su Facebook in un anno a realizzato circa 87.000 follower .
    Radio Alfa in 44 anni ne ha circa 24.000 per non parlare delle altre emittenti locali campane, tanto per non deriderle.
    Se volete saperne di più fuori dal bacino di ascolto in FM
    https://www.romanticaradio.it/
    dr. Antonio Giardullo co-editore

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