Sembra banale ma mantenere in Radio un processo di lavoro aperto e ricettivo richiede un impegno. Ma soprattutto la predisposizione a voler lavorare e collaborare con altre persone. W il gioco di squadra. W la Radio.

— Pubblicità —

Non sento di avere dei detrattori. E nemmeno dei grandi leoni di tastiera avversi a me. Certo, un paio di casi psichiatrici gravi non mancano ma sono comuni ad altri professionisti. Fatti di invidia o demenza, chissà. Tuttavia avverto una sensazione che scaturisce dalla lettura del mio profilo, in effetti lungo e ricco, che non mi fa mai piacere. “Questo c’ha la bacchetta magica”. “Miii… e chi è? Forse Mandrake?”. Sensazione di stupore. O sono un mostro di bravura oppure uno baciato dalla fortuna. Come se la passione applicata all’impegno non fosse contemplata.

Mi sento una persona con valori. Valori ereditati da un DNA composito, metà bavarese e metà romano. Comunque normale, perfino ordinario. Sposato, 2 figlie, casa, amici. Non bevo, fumo zero. Non mi drogo. Anche perché musica e Radio sono per me già stupefacenti incredibili. Mi bastano e mi fanno stare benissimo. Certamente ho credo e passione per la Radio che esprimo in pubblico. Lo testimonio qui sul blog ogni settimana. Ritengo tuttavia che ci siano anche altri professionisti con altrettanta ispirazione. Oltre a credo e passione, ho un’altra arma importante.

Credere nelle persone e nei gruppi di lavoro

Pronuncio molto più spesso in Radio la parola “Noi” di “Io”. E mi piace quando la maggioranza degli operatori di una stazione Radio pensa “Noi” con maggior frequenza di “Io”. Quella di una emittente Radio è una sfida complessa. L’ho ripetuto in più di una occasione e lo ribadisco qui: una stazione Radiofonica è la somma delle persone che la compongono. E ciò vale sempre e in qualsiasi condizione. E, in termini competitivi, una emittente Radiofonica può cimentarsi con le altre e numerosissime solo se tutte le persone a bordo remano nella stessa direzione condivisa.

Non si tratta, come sostengono i miopi di visione, di reprimere la personalità e il talento di tutti i singoli componenti dello staff. Lavorando sul massimo comun divisore, appiattendo dunque i punti di eccellenza delle persone. Al contrario si tratta di lavorare sul minimo comune multiplo. Stimolare i professionisti all’interno di un vero progetto di identificazione e di sviluppo che sia alla portata degli operatori e al servizio dell’emittente stessa. Da soli non si vince in Radio, mai. E lo dice lo scrivente cui sono attribuiti successi personali che invece sono stati di squadra.

Credo talmente in questi valori, nel merito e nel metodo, che i servizi principali di consulenza in offerta alle stazioni da parte mia sono il PROJECT DESIGN e il PROJECT FOLLOW-UP. Entrambi i servizi sono destinati ai gruppi di lavoro presenti nelle stazioni Radio. Il mio compito è sempre quello di produrre o aggiornare la Analisi e di supportare o sostenere la Progettazione. Chiaro. Quando le persone sono coinvolte nella progettazione partecipano poi all’impegno, anche agli sviluppi, con una partecipazione emotiva completamente diversa. Non condividere = Perdere.

— Pubblicità —

I gruppi di lavoro, le persone e le riunioni

Arrivai come station manager a RDS nel settembre del 2001. Sede di viale Mazzini 119 a Roma. Ricordo bene il mio primo giorno in termini ambientali. L’ufficio di direzione a me destinato in Radio aveva una vetrata verso il corridoio completamente oscurata da persianine. Trasparenza. In meno di 1 minuto il mio ufficio e il suo occupante erano visibili da chiunque. E poi le E-Mail, il problema delle prime ore era il rovesciamento addosso a me di quintali di responsabilità. Su questioni anche strane e diverse ma, certamente, con descrizioni scritte e di fatto interminabili.

Nel tempo di 2 ore passai da una organizzazione “E-mail based” con ampie possibilità per tutti di “pararsi”, a una “Meeting based”, con obbligo certo per tutti di “responsabilizzarsi”. Cambio. Una “Riunione Stazione” tutti i giorni alle 12:00 e con la durata massima di soltanto 40 minuti. Presenti: station manager, i responsabili di programmi, produzione, musica e redazione. Invitati con facoltà di partecipare: ufficio stampa, sezione web, area marketing e vendite. Le decisioni di tipo editoriale sono state prese tutte in quel principale incontro, la “Riunione Stazione”.

La “Riunione di Stazione” è di fatto la formalizzazione di un gruppo di lavoro permanente. Il che fa bene ai processi decisionali, ma non solo. E’ un riferimento anche per la proprietà e tutta la trasparenza del rapporto ne beneficia. Utile per tutti coloro i quali operano in area editoriale, che sanno di poter contare su un organo che delibera tutti i giorni. Guarda caso le emittenti in cui vige una “Riunione Stazione” quotidiana hanno la comunicazione interna che scorre e pure funziona in modo fluido. E dove le decisioni tendono a essere meno personali e più nel merito.

Photo Credits: iStock.com/scyther5 e iStock.com/ivansmuk

— Pubblicità —

Autore dell'Articolo

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *