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L’intervista sullo Story-Doing nella pandemia rilasciata a VOCI.FM e ripresa anche qui su questo blog ha suscitato molte reazioni. Ci sono stati riconoscimenti in numero inatteso per il coraggio di affermare che l’industria della Radio in Italia doveva e deve fare di più per le persone in questa fase di emergenza sanitaria ed economica. Alcuni editori e direttori mi hanno anche scritto testimonianze del loro impegno nel proprio ambito territoriale. Grazie a tutti.
Qui desidero riportare integralmente il messaggio che mi ha inviato Maria Pintore. E’ il direttore di RADIO INTERNAZIONALE COSTA SMERALDA che opera da Olbia. Non è un’emittente iscritta alle indagini di ascolto ufficiali, e questo non la rende visibile a tutti gli operatori. Come potete leggere si muove però con passione e spirito di servizio che la qualificano tra i rappresentanti di chi concepisce la Radio come un servizio pubblico a carattere locale.
Il messaggio E-Mail di Maria Pintore
“Gentilissimo Claudio,
ho seguito con molto interesse la sua intervista sul sito. Mi ha molto colpita la sua affermazione: … ‘la posizione della radio non mi soddisfa, mi sarei aspettato un comportamento più da Story-Doing che da Story-Telling. Quindi, invece che raccontare storie, magari creare qualcosa di concreto, meno racconti, più azioni concrete, meno retorica sterile, un motore a favore di tutti i cittadini”’
Radio Internazionale Costa Smeralda, la radio che dirigo, ha vissuto in modo assolutamente diverso i mesi della pandemia. La nostra è una radio commerciale che mantiene da sempre un contatto diretto con il territorio. Nei mesi da Marzo a Maggio la radio si è adattata a ciò che accadeva: trasmissioni in smart working con l’utilizzo costante del telefono.
Non bastava trasmettere musica, dare spazio all’informazione, ribattere quei terrificanti bollettini di morte, era necessario diffondere ottimismo, fare in modo che le mani, allontanate dal covid, si unissero attraverso la Radio. Per questo motivo ci siamo impegnati nel creare un ponte solidale fra chi aveva bisogno di aiuto concreto e chi aveva deciso di dedicarsi agli altri.
La collaborazione stretta con i Servizi Sociali del Comune di Olbia e con le tante associazioni di volontariato ci ha permesso di portare sostegno (a volte anche alimentare) a chi, con dignità, chiedeva aiuto a bassa voce. Abbiamo creato una Radio interattiva, capace di aiutare i genitori a intrattenere i bambini chiusi dentro pochi metri quadri per tutti i giorni della pandemia.
In modo allegro e leggero, abbiamo insegnato una lingua straniera, contando sul fatto che il tempo poteva essere utilizzato bene, anche in quel momento così difficile. Abbiamo dato le indicazioni per curare il proprio aspetto, per non perdere la forma fisica e lo abbiamo fatto con stilisti e allenatori. Non bastava. Sentivamo forte la necessità di regalare ottimismo.
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L’appuntamento con le parole e il libro “40 Parole”
E’ nato così l’appuntamento con le parole. Ogni giorno abbiamo raccontato una parola, dandole un significato positivo, di riscatto, di fiducia. Ogni giorno il pensiero positivo si muoveva sulle nostre frequenze per aiutare gli ascoltatori a vivere un periodo inimmaginabile solo qualche mese prima. Le parole, delle quali la radio vive, nel bene o nel male, sono state raccolte in un libro intitolato proprio ‘40 Parole‘, oggi in vendita nelle librerie e sul web.
Un libro che ha segnato la nostra pandemia, lasciando un segno concreto, quasi una pietra miliare dalla quale ripartire con la consapevolezza che la Radio, come in guerra, anche durante la pandemia, ha potuto salvare dalla solitudine, allontanando lo sconforto per dare un senso a ciò che forse un senso non lo aveva.
Il libro ’40 Parole’, grazie a quella meravigliosa magia che avvolge la radio, è diventato anche un libro in Braille e un audiolibro. Insomma, la voce è tornata alla voce, chiudendo un cerchio fatto di parole, solidarietà, altruismo e sostegno, che solo ora ha un senso preciso. Non abbiamo mai trasmesso le musiche in “mondo diffusione”, solo perché qualche major lo aveva deciso, abbiamo messo al primo posto il ruolo sociale che la Radio poteva svolgere; con il senno di poi, posso dire che l’operazione è riuscita.
Le ho voluto raccontare la nostra storia perché, spesso quando si parla di radio, si pensa ai grandi network, alle grosse realtà. In Sardegna le realtà sono diverse, tutto è diverso ! Abbiamo un bacino di 1.500.000 abitanti, compresi i neonati e i centenari, e dobbiamo dividere questa fetta , riuscendo spesso a fare i famosi matrimoni con i fichi secchi.
Abbiamo operato quel cambio di passo che occorreva fare, perché la Radio è anche questo. Avere un nome importante, che richiama lo splendore della vita da ricchi (Costa Smeralda) consolidato da 42 anni di attività su scala regionale, ci aiuta e ci permette di parlare al cuore di tanti, ogni giorno.
Grazie.
Maria Pintore,
Direttore Radio Internazionale Costa Smeralda
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