In uno dei dei luoghi sacri e deputati alla complessa attività di curare e instillare speranza ai malati gravi giunge alla 13^ edizione il premio l'Anello Debole per la comunicazione sociale. Accade tutto alla Comunità di Capodarco, nell'omonima località in provincia di Fermo.

Quest’anno ho finalmente potuto vivere sul posto il CAPODARCO L’ALTRO FESTIVAL. La manifestazione a carattere sociale si svolge nella splendida e pregnante cornice della omonima comunità della provincia di Fermo e in vista del mare marchigiano. Dopo 4 anni di militanza nella Giuria di Qualità de L’Anello Debole ne ho dunque potuto seguirne le fasi finali. Quelle dell’espressione del voto della Giuria Popolare e delle relative premiazioni che si palesano proprio nel corso dell’iniziativa, il cui direttore artistico è Andrea Pellizzari.

Visitare la comunità di Capodarco, la sua struttura, gli ospiti e i residenti è un dono che richiede solo umiltà e serenità d’animo e che ritorna valori di servizio e vicinanza umana senza pari, di devozione eccellente e assistenza a malati di forme gravi. E poter conversare anche per pochi minuti con il suo presidente don Vinicio Albanesi è un privilegio unico, è un insegnamento fulmineo al significato della speranza e della responsabilità.

Non mi ha meravigliato cogliere nelle mie 36 ore di presenza come il Premio Anello Debole abbia significato e credibilità proprio perché frutto della Comunità di Capodarco e della sua struttura de Il Redattore Sociale. Tutto torna, tutto quadra. Nella comunità si valorizza l’impegno per il prossimo meno fortunato ma allo stesso tempo si celebra il meglio della comunicazione sociale. E’ un altro modo illuminato di promuovere il soccorso al disagio senza pietismi, con dignità e pragmatismo operoso.

L’anello Debole 2019

E giungendo al merito del Premio l’Anello Debole, in particolare quello della sezione audio cortometraggi, quest’anno la Giuria di Qualità ha potuto lavorare su 10 ottime opere, tutte di gran livello. Selezione e classificazione veramente complesse. Fortunatamente ci ha pensato poi la Giuria Popolare a esprimere il verdetto.

Ha vinto “Scampia femminile plurale” di Giada Valdannini e Elisabetta Ranieri e diffuso da RAI Radio 3 nel programma “Tre Soldi”. La foto di copertina ritrae la premiazione. 

“Scampia femminile plurale” è un ritratto unico e del tutto originale. Sui media si scrive e si documenta di camorra attraverso la cronaca nera. Qui l’idea è di aprire il microfono alle donne, alle mogli, alle compagne e alle vedove dei camorristi. Se ancora in vita i loro uomini sono spesso in carcere o latitanti. A quelle donne è affidato il compito in una solitudine assordante di sopravvivere, di vivere e di crescere i figli della famiglia.

In un quartiere di Napoli, quello di Scampia, grazie a un complesso intervento sociale le donne dei camorristi hanno imparato a trovarsi per il caffè e a scambiarsi utilità per la sopravvivenza e per la crescita. Raccomando vivamente l’ascolto dell’opera vincente, cliccando qui.

E, anche per quest’anno… grazie Capodarco!

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